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Cottarelli (Università Cattolica di Milano): “La crisi demografica è la sfida più sottovalutata; speriamo che il conflitto tra USA e Cina resti economico, senza sfociare in violenza”

Il Giornale D’Italia ha intervistato Carlo Cottarelli, Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano: “Il libro analizza sette sfide globali irrisolte: dalla globalizzazione al conflitto USA-Cina, dal potere delle Big Tech alla crisi demografica, fino alle fratture nell'UE”

13 Maggio 2025

Carlo Cottarelli, Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, in occasione della presentazione del suo nuovo libro "Senza giri di parole: la verità sulle sfide economiche e sociali del nostro futuro" è stato intervistato da Il Giornale D’Italia.

Ci parla brevemente del suo nuovo libro?

“È un libro che affronta sette grandi problemi per i quali, al momento, non abbiamo ancora una soluzione. Si tratta di questioni economiche e sociali di rilevanza globale. Il primo tema è la globalizzazione e il conflitto tra Stati Uniti e Cina. Parlo poi di quelli che definisco gli “oligarchi d’Occidente”, ovvero le grandi compagnie del Big Tech. Un altro problema importante è il crollo demografico, che ormai riguarda quasi tutto il mondo. Si parla anche di migrazioni, dell’economia italiana che fatica a crescere, della disunione europea. Sono tutti temi cruciali che influenzeranno in modo profondo il nostro futuro.”

Nel libro promette verità sulle sfide economiche e sociali del futuro, quali tra queste sfide ritiene la più sottovalutata oggi?

“Nel lungo periodo, credo che la sfida più importante e al tempo stesso più sottovalutata sarà la crisi demografica. È un problema che avrà conseguenze profonde su scala globale. Inoltre, anche se non l’ho menzionato prima, ritengo fondamentale citare il riscaldamento globale, un altro fenomeno di lungo periodo che rischia di diventare sempre più critico. Nell’immediato, però, la questione più rilevante è il crescente conflitto tra le due grandi potenze del XXI secolo: Stati Uniti e Cina. Al momento si manifesta principalmente attraverso la guerra dei dazi, e speriamo che si limiti a rimanere su questo piano.”

Lo scenario come verrà impattato dalla variazione dei tassi di BCE e FED, dalle trattative dei dazi e dal contesto geopolitico?

“Credo che, nell’immediato, sia possibile assistere a una certa distensione sul fronte dei dazi: ci sono già stati alcuni segnali di apertura, anche da parte di Trump. Tuttavia, il problema di fondo resta. Per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale ci troviamo con due potenze egemoni in competizione diretta, quelli che io chiamo “due galli in un pollaio” e questa situazione genera inevitabilmente tensioni. Speriamo che il confronto resti confinato all’ambito economico, ma purtroppo la storia ci insegna che spesso dai conflitti economici si può passare a conflitti ben più gravi.

Molti giovani oggi si sentono esclusi dal progresso, secondo lei cosa manca nelle politiche economiche per restituire fiducia e opportunità alle nuove generazioni?

“Se parliamo dell’Italia, purtroppo il problema principale è che, a causa del calo demografico, i giovani sono sempre meno. Inoltre, noto con preoccupazione che spesso mostrano scarso interesse per la politica. Prima ancora di chiederci cosa dovrebbe fare la politica per i giovani, credo sia fondamentale che anche i giovani si attivino di più, partecipando in prima persona alla vita politica del Paese. Io stesso visito molte scuole, 44 lo scorso anno e 36 quest’anno, e quello che mi colpisce è quanto poco coinvolti sembrino, almeno dal punto di vista politico. Fanno domande intelligenti sul piano economico, ma la partecipazione politica è ancora troppo debole, e questo è un segnale allarmante.”

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