16 Aprile 2025
Mattia Martinelli, General Manager delle Gallerie Robertaebasta di Milano e Londra, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Com'è andata questa edizione della Milano Design Week?
"La Design Week si conferma un appuntamento fondamentale per la città di Milano, in particolare per la zona di Brera che rappresento. Quest’anno abbiamo registrato circa 50.000 visitatori all’interno dei negozi. Anche se non è semplice ottenere dati precisi, stimiamo una presenza complessiva di circa 400.000 persone nelle vie del quartiere, grazie al tracciamento degli indirizzi IP dei telefoni cellulari. Direi che c’è stata una crescita del 2-3% rispetto all’anno scorso, quindi un bilancio decisamente positivo dove ho riscontrato tantissimo entusiasmo per il design, per le novità e per il commercio."
Ci racconta qualche Highlights della settimana?
"Abbiamo avuto davvero tanti momenti interessanti durante la settimana a partire da ciò che abbiamo organizzato noi di Robertaebasta. Abbiamo avuto Foglizzo con la sua installazione in pelle riciclata, Quagliotti con i migliori tessuti per la biancheria da letto utilizzati nelle grandi catene alberghiere. Poi Seguso, una delle più antiche famiglie di imprenditori italiani, attiva nella lavorazione del vetro fin dal 1397, con una presenza molto significativa, e Surteco, con i suoi rivestimenti per pareti, che ha proposto soluzioni molto interessanti e di grande impatto. Insomma, abbiamo organizzato tante iniziative molto belle, ma quello che apprezzo di più è che da Robertaebasta, quando incontra il mondo del design, tutto si fonde in un insieme armonico: ciò che ti aspetti, come un ambiente domestico accogliente, si mescola con ciò che non ti aspetti, come l’arte e la bellezza pura. Tra gli altri highlight della settimana, trovo l’installazione a Palazzo Bovara curata da Elle Decor una delle più riuscite: ben progettata e davvero affascinante. Facendo un’osservazione generale, quest’anno ho notato una leggera inclinazione in più verso il commercio e un po’ meno verso l’arte, almeno nella zona di Brera che coordino. È un aspetto su cui voglio lavorare, per non ripeterlo l’anno prossimo, cercando di creare installazioni ancora più artistiche e spettacolari."
Quali sono i vostri progetti di sviluppo all'estero?
"Abbiamo già una galleria di quattro piani a Londra e, molto probabilmente, quest’anno la amplieremo ulteriormente, anche grazie all’ingresso di nuovi brand con cui svilupperemo sinergie interessanti. In questo momento abbiamo rappresentanti e rivenditori un po’ in tutto il mondo, mentre per quanto riguarda nuove aperture dirette, le stiamo valutando, anche se è ancora presto per poter dare indicazioni precise. Il business sta cambiando molto e ci stiamo orientando sempre di più verso il settore dell’hotellerie. In realtà, abbiamo sempre lavorato con il mondo alberghiero, da De Rossi a Roma, al Baglioni a Milano, fino a progetti a Capri e alle Maldive, ma oggi abbiamo deciso di investire in modo ancora più strutturato in questo ambito."
Ci sono dei Paesi su cui puntate di più?
"Per quanto riguarda l’apertura di nuovi negozi, credo che in questo momento sia importante mantenere un certo equilibrio e osservare con attenzione l’evoluzione del mercato. È un dato di fatto che le fiere, non solo nel nostro settore, non mostrano più ovunque i segni positivi di una volta: in alcuni casi funzionano ancora bene, in altri molto meno. Quindi è fondamentale capire bene dove si sta andando prima di prendere decisioni. Detto questo, è chiaro che aprire nuovi mercati è necessario e attualmente, il Nord Europa sta dando ottimi risultati, in particolare la zona fiamminga, che abbiamo iniziato a sviluppare qualche anno fa grazie a una mostra su cui stiamo continuando a investire molto."
Quali categorie di prodotto registrano migliori risultati in termini di vendita e esiste un oggetto che "va sempre" indipendentemente dalle mode?
"Sicuramente l’illuminazione con lampadari, appliques e lampade da tavolo, è una categoria 'evergreen' che, indipendentemente dalle mode, continua a funzionare con una costanza nelle vendite che la rende imprescindibile. Per un periodo gli imbottiti sono andati a ruba, mentre ora sono un po’ meno richiesti. Al contrario, stanno andando molto bene i piccoli mobili, soprattutto quelli con un forte effetto 'wow'. Parliamo di pezzi realizzati con materiali pregiati e originali come ottone, pergamena, vetro, galuchat, capaci di dare personalità all’ambiente. Oggi la tendenza è quella di una casa colorata, divertente, dove l’illuminazione rimane un elemento centrale, ma anche alcuni arredi devono avere carattere e diventare protagonisti dello spazio."
Ci parla di Mattia?
"Oltre a seguire Robertaebasta, mi occupo di molteplici attività. Ho il piacere di scrivere per alcuni programmi televisivi: uno in particolare ha avuto un grande successo, ed è stato quello che ha poi contribuito a lanciare la carriera televisiva di mia madre. Mi dedico con grande impegno a tutto quello che faccio. Di solito, quando prendo una decisione, la porto avanti fino in fondo: magari sbaglio, ma è quella. E devo dire che il percorso finora sta dando i suoi frutti. Quando sono arrivato, avevamo un piccolo negozio e un solo dipendente; oggi abbiamo sei negozi nel mondo e numerosi collaboratori. Per quanto riguarda la televisione, mi sento ancora un po’ un adolescente: ogni nuovo progetto è una scoperta, una novità che mi diverte tantissimo. Mi entusiasma sia la parte di scrittura, come autore, sia quando mi capita di essere davanti alle telecamere."
Qual è stato il momento in cui hai capito che l'arte sarebbe stata parte della tua vita?
"Questa è una bella domanda, molto personale. A scuola ero una frana perché non avevo voglia di studiare, ma il vero motivo era che non avevo ancora trovato la mia strada, qualcosa che mi appassionasse davvero. Quando ho iniziato a seguire le orme di mia madre e ho capito che l’arte sarebbe diventata parte della mia vita, lo studio ha smesso di essere un obbligo ed è diventato una passione. Da lì ho compreso quanto sia fondamentale la conoscenza. Mio padre diceva sempre che è la conoscenza a renderti una persona diversa: ti dà una parola in più rispetto agli altri, ti permette di capire davvero ciò con cui ti stai confrontando. E nel nostro lavoro, conoscere bene la materia è essenziale, perché le sfumature che possono portarti all’errore sono davvero sottilissime."
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