15 Ottobre 2024
Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, in occasione dell'evento "Lavoro in Agricoltura: Opportunità e Sfide", ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"La necessità che ha il comparto agroalimentare è di 100.000 lavoratori per quanto riguarda le imprese agricole, la filiera in termini di opportunità per crescere in termini di valore economico prodotto ma soprattutto per non decrescere rispetto a quello che avviene in termini di bisogno in alcune filiere produttive. Altro elemento di fondamentale importanza è la tempestività e quindi riuscire ad attivare l'ingresso di quelli che sono lavoratori che provengono da altri Paesi in termini di collaborazione legato a quelle che sono le esigenze delle imprese. Sotto questo punto di vista snellire tutti gli aspetti di carattere burocratico diventa fondamentale perché l'Italia possa continuare a crescere."
Cosa rappresenta la firma del protocollo per la tutela e la valorizzazione del lavoro agricolo?
"La firma del protocollo ha un significato rilevante per quanto concerne la formazione, che da un lato deve essere fatta nel nostro Paese, ma può riguardare anche tanti altri Paesi in questo caso pensiamo ad esempio al continente africano, rispetto a quelle che sono le figure professionali che necessitano alle imprese e possono avere una formazione iniziale nei loro paesi e quindi in questo modo si semplifica la vita delle imprese nel momento in cui il collaboratore arriva direttamente. Contestualmente un altro aspetto di grande importanza è la formazione in termini più generali per quanto riguarda le nuove figure che necessitano alle imprese agricole, anche di collaboratori, che possono provenire dal nostro Paese, con un percorso legato alle Università, con un percorso legato a quelli che sono ovviamente la formazione legata a tutto il tema delle superiori o degli istituti tecnici, che tante volte vengono ritenute secondari, ma secondari non sono quindi investire nella formazione. Investire nella ricerca diventa una risposta concreta rispetto al bisogno che le imprese necessitano."
E riguardo i temi principali legati alla gestione etica e sostenibile del lavoro in agricoltura, cosa può dirci?
"Io penso che il lavoro che i nostri imprenditori stanno facendo sia di grande attenzione; parliamo di contratti che vengono sottoscritti con la rappresentanza ovviamente sindacale del lavoro. Stiamo cercando di valorizzarli sempre di più: c'è un tema che riguarda la reciprocità anche sul tema del lavoro su ciò che andiamo a importare da altri Paesi e che proviene da altri continenti, dove le norme rispetto al lavoro non vengono assolutamente e non possono essere confrontate rispetto agli impegni che hanno i nostri imprenditori. Noi vogliamo essere un punto di eccellenza, ma pretendiamo che anche i prodotti che arrivano siano figli di quella trasparenza che noi richiediamo ai nostri imprenditori. Diversamente, si tratta di una forma di concorrenza sleale. Con la stessa forza noi denunciamo tutte quelle che sono le distorsioni che comunque sul mercato del lavoro ci possono essere fatte da singole imprese che vanno denunciate e non devono essere protette. Però parliamo di singoli casi che non vanno confusi con la stragrande maggioranza del lavoro che i nostri imprenditori fanno nel loro quotidiano proprio nel rispettare le norme e dare una giusta dignità a quelli che sono i collaboratori che operano nel contesto agricolo."
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