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Giansanti (Confagricoltura): "Prosegue alleanza con Unicredit per finanziamenti agli agricoltori; PAC fallita da UE, capacità produttiva ridotta del 10%"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura:" Necessario mix tra tecnologia e assicurazione: protagoniste le banche, sia bank insurance che investimenti"

17 Luglio 2024

Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, in occasione dell'evento organizzato da Unicredit dal titolo "Sostenere la crescita delle imprese: la politica agricola comune e l'agricoltura sostenibile", ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"Due giorni a Milano per Confagricoltura, in occasione dell' Assemblea estiva e dell'evento "Sostenere la crescita delle imprese: la politica agricola comune e l'agricoltura sostenibile", organizzato con Unicredit. Se Roma rappresenta la capitale politica del Paese, Milano è la capitale italiana dell'economia e della finanza. Gli enti che, come Confagricoltura, rappresentano le imprese, devono essere presenti anche a Milano, in cui il dialogo con il mondo dell'economia e della finanza è vivace. Ieri, durante l'assemblea di Confagricoltura, abbiamo parlato di economia e di futuro dell'economia, facendo riferimento ad un quadro europeo in cui in questi giorni verranno definite le top jobs a livello istituzionale. E' necessario che coloro i quali si assumeranno le responsabilità politiche, mettano al centro il ruolo dell'agricoltura per garantire stabilità dei prezzi per i consumatori e autosufficienza. Senza dimenticare che oggi l'agricoltura è l'elemento comune dell'economia di 27 Stati membri. Lo scorso anno ci siamo resi conto di quanto sia importante avere un'economia agricola forte: senza una stabilità siamo costretti ad importare prodotti ai prezzi che il mercato offre e allo stesso tempo non siamo in grado di controllarne la qualità negli standard. Oggi in Europa, al contrario, stiamo lavorando su qualità, standard, sicurezza alimentare e soprattutto sulla possibilità di garantire un giusto prezzo ai consumatori. C'è un importante tema che riguarda noi in prima persona ed è inerente a come noi supportiamo l'economia agricola; l'accordo con Unicredit nasce proprio per incoraggiare la straordinaria fase di transizione che l'agricoltura sta vivendo. Questo momento va affrontato con una visione chiara su dove andare, perché la transizione può far vincere, ma può anche far perdere. Le aziende hanno bisogno di collaborare con il sistema bancario, quindi riteniamo che con Unicredit, la banca per eccellenza degli agricoltori italiani, che da sempre ha mostrato loro vicinanza, riusciremo a stimolare e rafforzare sempre di più la grande capacità produttiva del Paese. È nostro dovere continuare a investire e incentivare le nostre produzioni e per far questo, ovviamente, abbiamo anche bisogno del sistema bancario."

Confagricoltura ha instaurato un rapporto di sinergia con Unicredit. Quali sono gli obiettivi futuri, nel concreto, che volete raggiungere?

"Una tematica molto sentita è legata all'approccio al sistema bancario. Siamo reduci da una lunga stagione in cui il costo del denaro era prossimo allo zero, e oggi non è più così. Per noi ricorrere agli interessi è un costo che si scarica successivamente sui consumatori. È necessario costruire un nuovo modello che fornisca le migliori condizioni ai nostri agricoltori per far sì che la percezione dei consumatori non sia quella di aumento dei costi di produzione. Simultaneamente, è opportuno anche costruire insieme a Unicredit, dei nuovi modelli di finanziamento che permettano agli agricoltori di essere sempre più performanti nei mercati."

In merito alla giornata di ieri, l'assemblea estiva di Confagricoltura, si è parlato di gestione del rischio.

"Il tema della gestione del rischio, dove per rischio si intende sia le fluttuazioni sui mercati che gli effetti del cambiamento climatico, è ormai al centro del nostro dibattito. E' necessario fornire agli agricoltori mezzi e strumenti per poter vincere le sfide del cambiamento climatico e per conquistare quello che il mercato offre. In quest'ottica diventa fondamentale produrre di più, essere più efficienti e garantire agli agricoltori la possibilità di avere un giusto reddito. Il tema degli investimenti risulta quindi di primaria importanza: da una parte investire in tecnologie, focus sulla scienza, sulla ricerca, sull'applicazione delle piante Tea, note per la loro resistenza, che non devono rimanere fossilizzate nella sperimentazione. Dall'altra, investire invece in tecnologie satellitari, l'intelligenza artificiale che permettono di produrre meglio preservando le risorse naturali. Si tratta, quindi, di un mix tra tecnologia e assicurazione che diventa fondamentale; qui entra in gioco il ruolo delle banche, tanto nella parte bank insurance, quanto in quella degli investimenti".

Spostandoci in ambito europeo, PAC, quali dovrebbero essere le modifiche che apporterebbero un giovamento per l'economia italiana?

"Innanzitutto bisognerebbe riportare la PAC ad essere quello che è stata 60 anni fa: una politica vocata a creare l'autosufficienza alimentare in Europa, un giusto reddito degli agricoltori e un giusto prezzo per i consumatori. Tre obiettivi completamente falliti dalla precedente commissione. Non ci serve una PAC come quella del Covid e delle guerre, una PAC che non riesce a dare risposte ai nostri agricoltori, ma che addirittura ha fatto diminuire del 10% la capacità produttiva. È necessario mettere al centro produzione, efficienza, tutela del reddito degli agricoltori e la vocazione ambientale che è fondamentale per assicurare la fertilità dei nostri suoli. Gli agricoltori hanno bisogno, più di tutti, di assicurarsi risorse naturali di qualità. Urge finanziare la politica sociale agricola, di cui noi siamo i rappresentanti, e al contempo il ruolo ambientale."

 

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