19 Dicembre 2025
Sam Altman, CEO di OpenAI
OpenAI punta a raccogliere fino a 100 miliardi di dollari per finanziare i propri piani di crescita. Il round di finanziamento, ancora nelle fasi iniziali, potrebbe valutare la società fino a 830 miliardi di dollari, qualora venisse raccolto l’intero importo previsto.
L'attuale mercato ha recentemente rallentato, in conseguenza al boom dell'intelligenza artificiale. In queste condizioni, la startup punta a portare a termine l’operazione non prima della fine del primo trimestre, tuttavia, i termini dell’accordo potrebbero ancora cambiare ed non è certo se la domanda degli investitori sarà sufficiente a raggiungere l’obiettivo.
Il round sarà un test rilevante per la società, in quanto quest' ultima necessita ingenti capitali per sviluppare i propri modelli di IA e mantenere la competitività in un mercato in rapida evoluzione. L’Amministratore delegato, Sam Altman, ha già esplorato i mercati globali per ampliare la base degli investitori di OpenAI e la società sta attualmente valutando una possibile quotazione in Borsa.
Nei primi mesi dell’anno, SoftBank aveva accettato di investire 30 miliardi di dollari in OpenAI e, il mese scorso, ha venduto la propria partecipazione in Nvidia per 5,8 miliardi di dollari proprio per finanziare le operazioni su OpenAI. La società dovrebbe ottenere i restanti 22,5 miliardi di dollari del finanziamento pianificato da SoftBank entro la fine dell’anno. OpenAI ha, in aggiunta avviato un accordo di licenza sui contenuti e un investimento da 1 miliardo di dollari da parte di Disney.
L'azienda starebbe, inoltre, coinvolgendo alcuni fondi sovrani nella raccolta, vista la dimensione dell’operazione. In passato la società aveva già ottenuto dei finanziamenti dal fondo MGX.
La società ha dovuto affrontare lo scetticismo del mercato per ciò che riguarda gli accordi sul computing del valore di centinaia di miliardi di dollari e ha lanciato un "codice rosso" per rispondere a Google.
Da un lato, si prevede che OpenAI bruci oltre 200 miliardi di dollari di liquidità entro il 2030, mentre Google mostra livelli di indebitamento contenuti e profitti solidi, elementi che potrebbero facilitarne ulteriori investimenti nell’intelligenza artificiale. I partner dell'azienda, tra cui Oracle e CoreWeave, hanno visto diminuire le rispettive capitalizzazioni di mercato negli ultimi mesi, conseguente all'atteggiamento più critico degli azionisti verso i piani di costruzione di data center che sembrano incontrare ostacoli sul fronte del finanziamento.
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