24 Febbraio 2024
Pierroberto Folgiero, Amministratore delegato e Direttore Generali di Fincantieri, in occasione del Forum in Masseria 2024 organizzato da Bruno Vespa, ha dichiarato:
“Nel mondo della difesa sta crescendo la spesa, il 2% del GDP andrà su indicazione della NATO, a spesa militare.
La spesa militare della Marina è versatile, si dirige verso la protezione dei commerci e la produzione delle infrastrutture energetiche; tutto il mondo sta aumentando la valutazione sulla spesa militare, quindi un po' tutto il mondo sta aumentando.
Per quanto riguarda l'accordo con Abu Dhabi, il Medio Oriente sta diventando un blocco geopolitico, aumentando la capacità di difesa e corrispondentemente anche l'industria della difesa. Questo è un accordo importante perché collaboreremo con Abu Dhabi per costruire le loro navi militari e anche per accompagnarlo nel suo blocco geopolitico. Abu Dhabi oggi ha la visione di diventare un ponte verso l'Africa subsahariana, quindi esprime la domanda del suo ecosistema geopolitico.
Questa è un’ulteriore conferma che la tecnologia italiana e il made in Italy italiano funzionano anche nel settore della difesa.
Le navi in questione saranno costruite nei nostri cantieri della Liguria a Muggiano e poi anche con una base nei cantieri di Abu Dhabi, perché poi queste flotte vivranno lì e dovranno essere in grado anche di essere manutenute localmente e avere un supporto logistico; questo perchè le navi militari sono molto complesse, quindi diciamo ci sarà una doppia localizzazione: un'organizzazione in Italia e una localizzazione ad Abu Dhabi per accompagnare la vita utile dell'altra.”
Lei lamenta come tanti la mancanza di manodopera; come si può provvedere?
“Io penso che per per rimanere la seconda manifattura d'Europa dovremmo prendere dei provvedimenti di breve, di medio e di lungo termine.
La natalità è già un grosso problema: oggi in Italia non ci sono carpentieri e saldatori, si possono fare tante cose senza mani ma non la manifattura.
Noi siamo molto attivi su tre grandi contromisure. La prima è quella di riportare gli italiani alla produzione: io dico sempre che quando consegniamo una nave i nostri operai portano le famiglie il giorno prima per la nave per far vedere alle mogli i figli che cosa hanno fatto, quindi bisogna ricreare il fare in modo che il lavoro produttivo ridiventi attrattivo. È chiaro che per fare questo bisogna aumentare la tecnologia; abbiamo sviluppato con Comano in 18 mesi un progetto di una saldatrice robotizzata che fa un lavoro di tre operai.
Abbiamo lanciato un progetto che si chiama “Maestri del mare” insieme ad Elis, dove per la prima volta abbiamo ricominciato ad assumere a libro matricola Fincantieri, e abbiamo avuto 17.000 domande.
Il primo dubbio che ci dobbiamo togliere è: fino a che punto è vero che gli italiani non vogliono più saldare? Probabilmente se investiamo sulla tecnologia in cantiere si possono trovare ragazzi che vogliono saltare; quindi bisogna rimboccarsi le maniche, portare più tecnologia, vivere l'industria pesante all'attacco.
La cantieristica, come tanta altra industria pesante, è stata sempre vissuta in difesa, è sempre stata sul rischio di essere chiusa. È un settore che invece ha tantissimo futuro, è strategico in tutte le nazioni in cui è rimasta.
Leggevo la settimana scorsa il piano nazionale della cantieristica della Corea, che è diventata una potenza cantieristica al mondo in vista, investiranno in tecnologia, e in formazione. Ovviamente c'è una quota del lavoro pesante che non potrà essere automatizzato; quindi il grande tema è anche come gestire il lavoro straniero in Italia. Per esempio, Monfalcone è una città in cui il cantiere è molto più grande concettualmente della città come come popolazione che induce; siamo passato da una condizione di manodopera ad una condizione di testadopera, termine che abbiamo coniato noi e che ci permette di far capire che c'è un'attività che dà realizzazione.
Bisogna riportare gli italiani a dare importanza alla produzione, camminare verso il prodotto.
Io dico sempre che ci sarà un imbarbarimento dei capi operai e dei dipendenti che hanno veramente a cuore la tecnologia e l'ingegneria.
Il progetto “Maestri del Male” nasce dalla voglia di lucidare questo valore.
I lavoratori di oggi, quando andranno in pensione, si porteranno via un principio attivo, una specie di molecola pregiata; dobbiamo fare in modo che I ragazzi vengano affiancati a questi grandi esperti della manodopera siano la testadopera del futuro.”
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