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Renato Mazzoncini, A2A: "Impianto di biometano Lacchiarella, produrre 200mln m³ al 2030, il 2,5% dell'intero potenziale italiano"

Mazzoncini, AD A2A: "In piano industriale investimento da €600mln nelle bioenergie. L'Italia può raggiungere il 60% di autonomia energetica". L'intervista a Il Giornale d'Italia

14 Ottobre 2022

Renato Mazzoncini, AD di A2A, in occasione dell'inaugurazione dell'impianto di produzione di biometano da rifiuto urbano nel polo di Giussago-Lacchiarella, ha dichiarato:

"Siamo a Lacchiarella, il nostro nuovo impianto di A2A, il primo impianto di produzione di biometano da rifiuto umido urbano del gruppo, quindi siamo estremamente orgogliosi, tra l'altro proprio in questo momento storico in cui il contributo all'autonomia energetica del Paese viene molto anche tramite l'utilizzo corretto dei rifiuti. Ad oggi in Italia abbiamo soprattutto impianti che producono compostaggio, dai rifiuti umidi urbani, o dai rifiuti della zootecnia, mentre molto importante è, prima che diventi compost, estrarre il biogas, che è trattato in impianto come questo, diventa biometano e quindi può essere messo in rete e contribuire all'autonomia energetica del Paese.

Il potenziale che abbiamo in Italia è di 6mld di metri cubi, quindi una percentuale importante, il 22% di quello che importavamo dalla Russia.

Questo è un impianto che produce 8mln di metri cubi, ne abbiamo inaugurato uno pochi giorni fa in Piemonte, di dimensioni simili, e abbiamo un piano industriale per arrivare entro il 2030 a produrre circa 200mln di metri cubi

Ci auguriamo che questo tipo di impianti vedano in Italia un importante sviluppo nei prossimi anni, anche da parte di altri operatori, e siamo molto contenti di essere in questo settore all'avanguardia. 

"C'è stata una grande attenzione al rispetto del territorio. Si possono realizzare infrastrutture sicure a nessun impatto ambientale, questo è un impianto che non darà nessun disturbo alla popolazione, e anche belle dal punto di vista estetico, che si inseriscano bene nel paesaggio da un punto di vista architettonico.

"Abbiamo diverse domande di autorizzazione avviate per gli altri impianti, ne abbiamo ad esempio una in provincia di Brescia a Bedizzole, una in Lazio ad Anagni, stiamo portando avanti domande di autorizzazione in diverse regioni. A2A mantiene in Lombardia un importante footprint, ma oggi guarda alla possibilità di sviluppare impianti in tutta Italia.

Gli impianti che gestiscono riuscita umidi è importante che siano vicini ai territori di produzione. Impianti distribuiti capillarmente sul territorio nazionale.

"Il piano industriale che stiamo recentemente aggiornando prevede circa 600mln di euro di investimento sul settore delle bioenergie.

Un impianto di questo genere ha un investimento complessivo di circa 30mln di euro, ma un importante lavoro che noi pensiamo di fare è l'upgrade di impianti che già abbiamo: abbiamo acquisito un gruppo, Agripower, che ha una ventina di impianti che producono biogas, dobbiamo fare l'upgrade a biometano che ovviamente costa meno della costruzione da zero.

E a Il Giornale d'Italia ha aggiunto:

"L'Italia oggi è molto indietro da un punto di vista di autonomia energetica: siamo quintultimi in Europa, con col 22%, importiamo il 78%. Negli ultimi 10 anni, però, siamo quelli che sono cresciuti di più, del 9%, ed è un buon segnale. La media Europea è intorno al 40%.

Abbiamo stimato che l'Italia può arrivare a poco meno del 60% di autonomia energetica, facendo efficienze energetiche e sviluppando le proprie fonti autoctone, cioè le energie rinnovabili, acqua, sole e vento e l'utilizzo dei rifiuti. 

Completare il parco dei termovalorizzatori che ancora ci manca, che possono produrre circa 7 terwattora di energia e una produzione di biometano, che è quella di cui si è parlato.

Più l'Italia si presenta autonoma da un punto di vista energetico, più la postura geopolitica, da un punto di vista negoziale, si rafforza".

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