20 Novembre 2025
Un nuovo raid israeliano ha colpito questa mattina la zona di Bani Suheila, a est di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, uccidendo almeno 3 palestinesi. L’episodio arriva all’indomani dell’ennesima violazione del cessate il fuoco e di una serie di raid condotti dalle Idf su tutta la Striscia, che hanno provocato la morte di almeno 30 persone. Nel frattempo, Hamas accusa il premier Netanyahu di voler “riprendere il genocidio” e chiede che “gli Usa rispettino gli impegni”.
Secondo quanto riferito dalla protezione civile, l’abitazione colpita si trovava in un’area già pesantemente segnata dai combattimenti. I raid di ieri, ha fatto sapere l’Idf, sarebbero stati una rappresaglia dopo colpi sparati da miliziani di Hamas contro soldati israeliani nel sud della Striscia.
Di tutt’altro avviso il gruppo militante, che condanna gli attacchi e definisce infondate le ricostruzioni israeliane. In una nota, Hamas parla di un “tentativo di giustificare continui crimini e violazioni” del cessate il fuoco concordato nelle scorse settimane.
Il movimento islamista rilancia poi un appello diretto ai mediatori internazionali: "Chiediamo che i mediatori in Egitto, Qatar e Turchia, in quanto garanti del cessate il fuoco, rispettino i loro impegni e costringano l'occupazione israeliana a cessare le sue violazioni. Chiediamo che l'amministrazione Trump rispetti i propri impegni ed eserciti immediatamente pressioni per frenare l'occupazione e costringerla a rispettare il cessate il fuoco. Respingiamo le affermazioni secondo cui le forze di occupazione sarebbero state sottoposte a fuoco e le consideriamo un tentativo fragile di giustificare i loro crimini. Condanniamo fermamente il massacro perpetrato dall'occupazione a Gaza e a Khan Younis e lo consideriamo una pericolosa escalation attraverso la quale Netanyahu cerca di riprendere il genocidio".
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