20 Ottobre 2025
L'accordo del Presidente Usa Donald Trump che avrebbe dovuto portare al duraturo cessate il fuoco e che prometteva la pace nella regione israelo-palestinese sta scricchiolando pericolosamente. Nonostante le resistenze ottimistiche del tycoon per il quale "la tregua resta in vigore", ad ammettere le difficoltà del quadro generale è il vicepresidente J.D. Vance. "Mantenere la tregua sarà complicato" ha comunicato alla vigilia del suo prossimo viaggio in Israele, programmato per domani 21 ottobre.
Il primo più significativo stallo dopo una settimana dalla firma ufficiale degli accordi a Sharm el-Sheikh, si è consumato proprio ieri quando l'Idf ha aperto il fuoco a sud della Striscia provocando la morte di 45 civili palestinesi. Violazioni che la cronaca già aveva registrato nei giorni passati; ma quello di ieri è stato per molti l'impennata di una escalation che sembrava sopita. E invece rincalzata sempre da Israele da cui il ministro di ultra-destra Itamar Ben Gvir è tornato a minacciare con le solite frasi fatte: "Ora che abbiamo gli ostaggi, dobbiamo tornare in guerra e aprire le porte dell'inferno su Gaza". Vance ha ammesso la difficoltà del momento, ma si è puntualmente schierato dalla parte dell'alleato: "Ci saranno momenti in cui Hamas aprirà il fuoco su Israele. Israele dovrà rispondere, ovviamente".
Ieri l'esercito israeliano aveva sganciato raid accusando Hamas di aver aperto il fuoco contro l'Idf. Versione nettamente smentita dai miliziani, che hanno sostenuto di aver attaccato bande criminali "armate e finanziate, e sostenute da Israele". Oggi però, 20 ottobre, si ha notizia di altri due palestinesi uccisi dall'Idf: ad Al-Sha'af, quartiere Al-Tuffah di Gaza City. Tra ieri e oggi dunque sono 47 i civili morti sotto il fuoco israeliano. Dopo altre violenze compiute sui civili, non solo l'Idf ha iniziato a delimitare fisicamente i perimetri della cosiddetta "linea gialla" servendosi di blocchi di cemento dipinti di giallo. Ma il governo israeliano ha approvato un significativo cambiamento linguistico nelle sue politiche genocide: le operazioni militari si chiameranno d'ora in poi "Guerra di Resurrezione".
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