12 Ottobre 2025
Maria Corina Machado, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2025, ha dedicato la sua vittoria al Presidente Usa Donald Trump per il suo "sostegno decisivo" alla causa democratica venezuelana.
Nonostante il conferimento del Premio Nobel per la Pace non sia andato a Trump come in più occasioni aveva sollecitato, ci ha pensato la neo-premiata Machado ad "attutire" lo sberleffo verso il tycoon scegliendo di dedicare la vittoria proprio a lui. "Ho deciso di dedicarlo al Presidente Trump – ha riferito Machado ai microfoni di FoxNews – perché se lo merita! Perché non solo è stato coinvolto in pochi mesi nella risoluzione di 8 guerre, ma le sue azioni sono state decisive per riportare il Venezuela sulla soglia della libertà dopo 26 anni di tirannia". Nel dedicare il Premio al tycoon, Machado ha riconosciuto gli sforzi di Trump nella "risoluzione" di quei 7 conflitti di cui in più circostanze lui stesso si era fregiato, pur sollevando non pochi interrogativi sulla veridicità di tale affermazione. Nel computo di Machado, a Trump andrebbe attribuita anche la risoluzione di un ottavo conflitto, quello sulla Striscia di Gaza, i cui sviluppi però sono ancora ben lontani da una risoluzione definitiva.
Non solo. La riconoscenza di Machado chiama in causa gli sforzi trumpiani al contrasto della criminalità in Venezuela e del regime di Nicolas Maduro, punto in cui l'attivista sudamericana e il tycoon si trovano a convergere. "Il Presidente è stato molto chiaro e coraggioso nel voler smantellare queste strutture criminali" ha continuato Machado, "a nome del popolo venezuelano ho ribadito la nostra gratitudine e il nostro impegno per questa causa, per l'intera America". In particolare, la dedica del Premio sarebbe avvenuta nel corso di una telefonata proprio tra Machado e Trump, come riportato dallo stesso tycoon: "mi ha chiamato e mi ha detto che lo stava accettando in mio onore perché lo avrei davvero meritato. Non le ho risposto: 'allora dallo a me'". Parole, quelle della neo-premiata, che sembrano calmare i "fastidi" della Casa Bianca che, saputo il destinatario del Premio venerdì 10 ottobre, aveva storto il naso, palesando apertamente la stizza. "Il comitato ha anteposto la politica alla pace" aveva accusato Washington ribadendo il mandato pacificatore di Trump, "il Presidente continuerà a stringere accordi di pace in tutto il mondo, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane".
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