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Yemen, nuovo raid israeliano con droni su Sana'a, Amran e Hajjah, ucciso primo ministro governo Abdul-Malik al-Houthi - VIDEO

Tel Aviv allarga la guerra in Medio Oriente: oltre a Gaza, colpito il cuore politico yemenita. Civili in fuga e nuove vittime sotto le bombe

29 Agosto 2025

Israele ha attaccato nuovamente lo Yemen, attraverso raid con droni sulla capitale Sana'a e sulle regioni di Amran e Hajjah. Uno degli obiettivi principali era una riunione dei vertici di governo Houthi: nell'offensiva è stato assassinato il primo ministro Abdul-Malik al Houthi e altri funzionari del movimento.

Yemen, nuovo raid israeliano con droni su Sana'a, Amran e Hajjah, ucciso primo ministro governo Abdul-Malik al-Houthi

L’aviazione israeliana ha colpito duramente la capitale yemenita Sana'a e le province circostanti di Amran e Hajjah, in una delle operazioni più significative dall’inizio della guerra contro gli Houthi. Secondo fonti arabe e mediorientali, tra i bersagli centrali dei raid vi era una riunione di vertice dei leader del movimento sciita yemenita: in quell’attacco sarebbe rimasto ucciso il primo ministro del governo Houthi, insieme ad alti funzionari del movimento.

L’eliminazione di una figura politica di primo piano segna un salto di qualità nell’offensiva israeliana, che non si limita più a strutture militari o a depositi di armi, ma mira apertamente alla leadership politica e simbolica del movimento. Una scelta che rischia di destabilizzare ulteriormente lo Yemen, già devastato da anni di guerra civile e di blocchi umanitari.

L’operazione è stata autorizzata dal ministro della Difesa Israel Katz e dal capo di Stato maggiore Eyal Zamir, dopo un colloquio diretto con il premier Benjamin Netanyahu. Lo stesso Katz ha dichiarato: Dopo la piaga delle tenebre, arriva la piaga dei primogeniti, un riferimento biblico che, secondo osservatori, suona come un’ammissione della volontà di colpire i massimi dirigenti politici Houthi.

Il raid segue l’intercettazione di due droni lanciati dallo Yemen verso Israele e arriva a pochi giorni da un altro bombardamento israeliano che aveva già causato morti e feriti nella capitale yemenita. Nel frattempo, i ribelli avevano intensificato i loro attacchi missilistici, compreso l’uso di un ordigno a grappolo, denunciato da Ong internazionali come arma di indiscriminata brutalità.

Ma il quadro più ampio resta quello di un’escalation regionale guidata dal governo Netanyahu: mentre Gaza continua a subire devastazioni e stragi quotidiane, con migliaia di civili palestinesi uccisi, Israele apre nuovi fronti colpendo in profondità un altro Paese arabo.

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