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Usa, Minnesota Vikings presenta cheerleader maschi per stagione 2025-26, i tifosi: "Basta con agenda woke, lasciateci il football" - VIDEO

La squadra di football di Minneapolis inserisce cheerleader maschi e scoppia la polemica: sui social pioggia di critiche da tifosi che accusano la squadra di abbandonare la tradizione

18 Agosto 2025

Bufera sulla squadra di football americano Minnesota Vikings, che ha annunciato la presenza di cheerleader maschi per la stagione 2025-26 della National League. I tifosi della squadra di Minneapolis si sono sollevati sui social, sostenendo: "Basta con l'agenda woke, lasciateci il nostro football".

Usa, Minnesota Vikings presenta cheerleader maschi per stagione 2025-26, i tifosi: "Basta con agenda woke, lasciateci il football"

La decisione dei Minnesota Vikings di introdurre cheerleader maschi per la stagione NFL 2025-26 ha sollevato un acceso dibattito. L’annuncio, diffuso con un video celebrativo su Instagram, ha subito spaccato il pubblico: da un lato l’entusiasmo di chi vede nella scelta un segnale di inclusività, dall’altro le critiche di migliaia di tifosi che accusano la squadra di voler abbracciare un’agenda “woke a scapito della tradizione.

Le reazioni negative sui social sono state immediate e virali. Molti utenti hanno dichiarato apertamente che non sosterranno più i Vikings, denunciando una “svolta ideologica” che nulla avrebbe a che fare con il football. Alcuni commentatori, tra cui l’attore Kevin Sorbo, hanno sottolineato la rottura con l’immagine storica delle cheerleader, nate negli anni ’50 come simbolo di femminilità e spettacolo parallelo al gioco.

Sebbene i Vikings abbiano difeso la scelta, ricordando che il cheerleading nacque proprio come attività maschile e che quasi un terzo delle squadre NFL conta ormai uomini nei propri team di danza, resta evidente il malcontento di una parte consistente dei fan. Per molti tifosi, infatti, lo stadio non dovrebbe diventare un palcoscenico di battaglie culturali, ma restare un luogo dedicato al tifo e allo sport.

Il rischio, secondo i critici, è quello di snaturare una tradizione consolidata, imponendo al pubblico scelte dettate più da mode sociali che da reali esigenze dello spettacolo sportivo.

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