29 Luglio 2025
L’ex soldato americano e contractor per la Gaza Humanitarian Foundation, Anthony Aguilar, ha descritto la situazione nella Striscia di Gaza come “un deserto distopico e post-apocalittico”, accusando gli Stati Uniti di essere “complici del genocidio” in corso e definendo i centri di distribuzione della GHF come “trappole mortali”.
Intervistato dalla TV statunitense Democracy Now, l’ex soldato americano e contractor per la Gaza Humanitarian Foundation, Anthony Aguilar, ha rilasciato dichiarazioni sul genocidio in corso nella Striscia di Gaza, denunciando presunti crimini di guerra e gravi violazioni del diritto internazionale umanitario da parte di Israele e dei suoi alleati, inclusi gli Stati Uniti.
“È un onore essere qui e condividere questa storia. Non la chiamo la mia storia. La chiamo la storia degli oppressi, la storia dei palestinesi a Gaza che stanno morendo per fame e violenza”, ha esordito Aguilar, rompendo il silenzio sul suo operato da contractor sul campo.
Aguilar ha raccontato di aver trascorso settimane nei quattro principali centri di distribuzione degli aiuti nella Striscia, denunciando pubblicamente quanto osservato sul terreno: “Quello che ho visto a Gaza posso solo descriverlo come un deserto distopico e post-apocalittico. Noi — noi, gli Stati Uniti — siamo complici. Siamo coinvolti, mano nella mano, nelle atrocità e nel genocidio che stanno avvenendo a Gaza. A chiunque dica che non ci sono carestia o fame di massa, o che siamo solo sull’orlo ma non l’abbiamo ancora superato: abbiamo oltrepassato quella linea. A chiunque neghi che ciò stia accadendo, vergogna. Vergogna. È disumano”.
Secondo l’ex militare, le operazioni umanitarie condotte dalla Gaza Humanitarian Foundation non sarebbero affatto neutrali né sicure. Al contrario, accusa, sarebbero strutturate per diventare veri e propri luoghi di morte: “Quello che ho visto a Gaza nei quattro siti di distribuzione — non sono andato lì solo per una foto. Non sono andato a un solo sito per osservare una distribuzione e poi dire: ‘Sì, sembra tutto a posto’. Ho trascorso giorni interi a Gaza in tutti e quattro i siti di distribuzione: a Kerem Shalom, dove gli aiuti vengono caricati per la distribuzione, e nei due centri operativi che gestiscono i convogli giornalieri, le operazioni logistiche e la distribuzione. Quello che ho visto nei siti, intorno ai siti, andando e venendo dai siti, non può essere descritto altro che come crimini di guerra, crimini contro l’umanità, violazioni del diritto internazionale. Non è iperbole. Non è retorica o dramma. È la verità”.
In un passaggio particolarmente significativo, Aguilar rivela che “i siti non sono solo trappole mortali, ma sono stati progettati come trappole mortali”, essendo stati costruiti “intenzionalmente, deliberatamente nel mezzo di una zona di combattimento attiva”. Il riferimento è ai quattro centri di distribuzione principali, situati in aree dove operano le forze israeliane. Una scelta che, secondo lui, costituisce una violazione dei protocolli della Convenzione di Ginevra.
Altra grave denuncia riguarda l’impiego di filo spinato a lame, usato per contenere e indirizzare i civili affamati verso i centri di distribuzione: “Le Convenzioni di Ginevra proibiscono esplicitamente l’uso di filo a lame per limitare l’accesso a aree civili — ospedali, punti d’acqua, punti di distribuzione alimentare. E lo stiamo usando”.
Il contractor parla anche dell’assenza di regole d’ingaggio e dell’uso di forza letale e non letale su civili disarmati: “Non siamo lì per difenderci da Hamas. Stiamo usando forza indiscriminata, mirata ai civili, escalation della forza ben oltre le misure appropriate, contro una popolazione disarmata e affamata”.
Aguilar accusa direttamente la sua stessa organizzazione, UG Solutions, e i suoi committenti: “Ci è stato fornito munizionamento M855 a punta verde, progettato per penetrare armature e uccidere. Tutti i contractor di UG Solutions ora sono armati con questo tipo di munizioni. Perché qualcuno dovrebbe avere bisogno di questo contro una popolazione disarmata?”.
Ancora più inquietante, il contractor sottolinea che i contractor americani in servizio a Gaza operano con visti turistici, armati e autorizzati all’uso della forza: “Siamo lì come turisti. Questo è lo stesso status legale degli americani armati che ora sono a Gaza con l’autorità di usare forza ostile contro civili disarmati. Questa è una violazione del diritto internazionale umanitario. Punto”.
Sul fronte degli aiuti umanitari, Aguilar smentisce l’efficacia della Gaza Humanitarian Foundation: “Il cibo che distribuiamo? Nemmeno lontanamente sufficiente. In 64 giorni, abbiamo fornito solo 14 giorni di pasti all’intera popolazione della Striscia di Gaza. È disumano. La GHF dice di aver bisogno di aiuto per fare il resto. Non avete bisogno di aiuto. Non siete nemmeno lontanamente dove dovreste essere”.
Aguilar propone il ritorno delle Nazioni Unite nella gestione degli aiuti, sostenute dagli Stati Uniti: “La GHF deve essere privata dei fondi, chiusa, e le Nazioni Unite devono essere riammesse, a pieno regime, con il supporto degli Stati Uniti”.
Infine, l’ex soldato si rivolge direttamente alla coscienza americana, sottolineando la frattura tra i valori degli Stati Uniti e quanto sta accadendo in Medio Oriente: “Quello che ho visto a Gaza, per me, è preoccupante come americano. Ciò che stiamo facendo a Gaza, collaborando con ciò che fa l’esercito israeliano, è anti-americano. Se noi, come nazione, e Israele, uno dei nostri alleati più stretti, prendiamo la strada di dire ‘stiamo facendo quello che ha fatto Hamas, ed è giusto’, stiamo perdendo la nostra umanità”.
Aguilar, che ha servito per 25 anni nelle forze armate americane, conclude con un richiamo al giuramento prestato alla Costituzione: “Ho giurato fedeltà alla Costituzione degli Stati Uniti d’America. E quella Costituzione è fondata su valori americani, dignità, rispetto, rispetto per la vita umana. In questo momento, l’America sta percorrendo una strada pericolosa. Io farò in modo che la verità venga conosciuta”.
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