05 Giugno 2025
Trump vieta viaggi in Usa da 12 Paesi tra cui Iran e Libia e limita l'ingresso ad altri 7. Questa l'ultima decisione del presidente americano, che ha deciso di attuare questa decisione in seguito all'attacco in Colorado, a Boulder, ad opera di un egiziano, durante un corteo pro-Israele: quest'ultimo si era munito di lanciafiamme artigianale e di bombe molotov colpendo i partecipanti ed urlando "Palestina libera".
Trump ha deciso di vietare l'ingresso negli Usa da 12 Paesi, e posto limitazioni ad altri. I Paesi per i quali sono stati vietati i viaggi sono i seguenti:
Trump impone il divieto totale di ingresso ai cittadini di 12 Paesi:
Limitazioni per i seguenti Paesi:
La decisione è stata presa per "motivi di sicurezza nazionale", secondo il tycoon, che ha varato il divieto dopo l'attacco a Boulder, in Colorado. Tuttavia, l'Egitto, paese d'origine dell'attentatore Mohamed Soliman, non è tra i Paesi colpiti dal provvedimento. "Il recente attacco terroristico a Boulder, in Colorado ha sottolineato gli estremi pericoli posti al nostro Paese dall'ingresso di cittadini stranieri che non sono sottoposti a controlli adeguati e che sono nel Paese illegalmente. Non li vogliamo".
Trump ha poi aggiunto: "Non permetteremo che quello che è successo in Europa accada negli Stati Uniti". E poi: "Non possiamo avere una migrazione aperta da qualsiasi Paese che non possiamo verificare e controllare in modo sicuro e affidabile".
In un documento della Casa Bianca si legge che Cuba è uno "sponsor del terrorismo" e il governo castrista "non collabora né condivide informazioni sufficienti" con gli Usa oltre a "rifiutarsi storicamente di riammettere i suoi cittadini" espulsi. Per quanto riguarda invece il Venezuela, "non dispone di un'autorità centrale competente o collaborativa per il rilascio di passaporti o documenti civili e non dispone di adeguate misure di revisione e verifica", è scritto nel testo.
I divieti di Trump si stanno espandendo sempre di più: il presidente americano ha bloccato le iscrizioni a 7000 studenti stranieri. Una mossa arrivata dopo settimane di braccio di ferro con l'ateneo al quale erano già stati bloccati i fondi federali per non aver consegnato i file delle proteste pro-Gaza.
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