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Regno Unito, accoltellato da 4 immigrati un 40enne con "bimbo in carrozzina"; è caccia ai post denuncia contro immigrazione incontrollata - VIDEO

Il governo Starmer intensifica la repressione contro la disinformazione online mentre cresce il dibattito sulla libertà di espressione nel Regno Unito

26 Agosto 2024

Quattro persone sono state arrestate nel Regno Unito, a Birmingham, con l’accusa di tentato omicidio, dopo un accoltellamento ai danni di un 40enne avvenuto nell’area di Winson Green. Precisamente, il fatto si è verificato all’incrocio tra Dudley Road e Bellefield Road nelle prime ore di sabato 24 agosto, intorno all’01:30 ora locale ed ha visto il ferimento al collo dell’uomo da parte di un altro di 34 anni, di origini extraeuropee e armato di coltello mentre era in compagnia di altre 3 persone, anch’esse di origine straniera. Secondo la West Midlands Police, le condizioni della vittima, trasportata d’urgenza in ospedale, ora sono stabili. La stessa polizia britannica ha proceduto all'arresto di tre uomini di 34, 29 e 26 anni e di una donna di 22 anni. Al momento, l’uomo di 34 anni rimane in custodia con l’accusa di tentato omicidio, mentre la donna di 22 anni e l’altro uomo di 26 anni, sono stati rilasciati e non dovranno affrontare ulteriori azioni legali. La polizia del West Midlands ha chiarito inoltre che "l’uomo di 29 anni è stato accusato di reati non correlati al fatto. Siamo a conoscenza del video che circola sui social media e che mostra l’aggressione ed è stato esaminato come parte della nostra indagine. In questa fase, gli investigatori non cercano nessun altro coinvolto nell’aggressione e si tratta di un caso isolato". Nel filmato, si vede l’uomo spingere un passeggino, ma ancora una volta la polizia fuga ogni dubbio: "Siamo a conoscenza di false segnalazioni che la vittima stava spingendo un bambino in una carrozzina al momento dell’attacco", poi la smentita, "la vittima aveva un passeggino pieno di oggetti personali con lui in quel momento e non sono stati coinvolti bambini".

Mentre prosegue l'innalzamento dei livelli di sicurezza da parte del governo labourista di Keir Starmer, con oltre 6000 agenti impegnati nella prevenzione e repressione di altre proteste, il premier inglese si è impegnato a combattere con nuovi strumenti la disinformazione online e che è stata determinante per l'esplosione di quelle violenze, mantenendo la promessa di processi rapidi per le quasi 600 persone arrestate: le sentenze pronunciate sinora sono piuttosto severe e per i disordini violenti la legge inglese arriva ad un massimo di 10 anni di carcere. Le pene comminate finora, anche in assenza di precedenti, vanno da un minimo di 20 mesi ad un massimo di 3 anni e 4 mesi per crimini come aggressione, vandalismo, assalto a pubblico ufficiale.

Quelle che però rappresentano una completa novità, sono le sentenze per violenza o intimidazione online: In via inedita e in applicazione della sezione Communications Offences dell'Online Safety Bill, legge approvata dal parlamento nel 2023 per regolamentare limiti e responsabilità delle comunicazioni online, sono state comminate pene detentive fra i 15 mesi e i tre anni e 4 mesi di carcere per post social, con giudici che hanno stabilito un rapporto diretto di causa-effetto fra i contenuti online e le devastazioni, anche quando gli autori non hanno partecipato attivamente a quest’ultime. Ha suscitato particolare scalpore il caso di Julie Sweeney, 53 anni, condannata a 15 mesi per un post su Facebook in cui incitava al rogo di una moschea. La donna, incensurata che si occupa del marito invalido, aveva cancellato il post dopo poche ore ma il giudice ha ritenuto che la comunicazione rientrasse nella fattispecie di reato online "minaccia di morte o danno grave" previsto dall'Online Safety Bill. In un altro caso Bradley Makin, 21 anni, è stato condannato a due anni per aver postato un video su Instagram che lo ritraeva intento a fomentare le proteste di Sunderland; Tyler Kay, 26 anni, è stato condannato a 38 mesi per istigazione all'odio razziale invocando sui social media il rogo di un hotel che ospitava migranti richiedenti asilo; un'accusa molto simile è costata 20 mesi di detenzione a Jordan Parlour, 28 enne di Leeds.

Gli ultimi governi conservatori hanno approvato leggi effettivamente molto restrittive del diritto di manifestazione, come il Public Order Bill: gli spazi legali di protesta sono sempre più limitati e le pene detentive molto penalizzanti, come nel caso degli attivisti di Just Stop Oil, condannati a pene fra i 4 e i 5 anni per aver pianificato di bloccare, pacificamente, l'accesso ad una autostrada. Il Labour Party ha ereditato questi provvedimenti, e non ha avuto il tempo di emendarli, ma a questo punto non è affatto chiaro se intenda farlo. Di conseguenza, l'applicazione di queste misure, e in particolare nel caso delle comunicazioni sui social, ha dato il via alle polemiche e alle accuse di censura della libertà di parola ed opinione.

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