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Gaza, 27 bambini morti di fame e sete, Cesvi: “Rischio carestia imminente”, Onu: “Crimine di guerra, Tel Aviv garantisca aiuti umanitari” - VIDEO

Il video ritrae alcuni bambini ridotti in condizioni davvero critiche a causa della carestia in Medio Oriente

29 Marzo 2024

"La situazione nella Striscia di Gaza è catastrofica e continua a peggiorare: la carestia incombe e i bambini muoiono di fame. Mai avremmo immaginato di dover portare alimenti salvavita alle porte dell’Europa". Sono le parole da Roberto Vignola, vicedirettore generale di Fondazione CESVI, che ha appena portato 18 tonnellate di Plumpy’Nut nell’enclave palestinese, per salvare i bambini gravemente malnutriti. A quasi sei mesi dall'inasprirsi del conflitto, il 7 ottobre scorso, sono almeno 27 i bambini palestinesi morti per fame e disidratazione, mentre 7 bambini su 10 sotto i due anni soffrono di malnutrizione acuta nella Striscia di Gaza, dove lo stato di carestia è ormai imminente. Nella guerra, i 335mila bambini palestinesi con meno di 5 anni e i 135mila sotto i 2 anni sono coloro che corrono i rischi più gravi a causa della scarsità di cibo. Il 90% dei più piccoli non riceve adeguati allattamento materno e cibo complementare. Secondo la Cesvi il rischio di carestia è imminente. 

Gaza, 27 bambini morti di fame e sete, Cesvi: “Rischio carestia imminente”, Onu: “Crimine di guerra, Tel Aviv garantisca aiuti umanitari”

Intanto l'Onu ha messo in guardia Israele sulla carestia nella Striscia di Gaza a quasi sei mesi dall'inizio del conflitto: la fame usata come arma è un crimine di guerra. L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha ribadito in un'intervista alla Bbc che Israele ha una responsabilità significativa nella catastrofe umanitaria in corso a Gaza e che esiste un caso "plausibile" che lo Stato ebraico la stia usando come arma: se l'intento di affamare la popolazione della Striscia fosse dimostrato - ha avvertito - questo equivarrebbe a un crimine di guerra. "Tutti i miei colleghi responsabili di organizzazioni umanitarie - ha incalzato Turk - continuano a dirmi che ci sono ostacoli" sul fronte degli aiuti: "Israele, e i fatti parlano da soli, ne è colpevole in misura significativa. Capisco che occorra fare i controlli, ma questi non possono richiedere giorni e giorni", ha chiarito riferendosi ai camion di aiuti in attesa al valico di Rafah.

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