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Putin con la valigetta nucleare in Cina in un VIDEO: come funziona “Cheget”, i codici da inserire in 3 e i pulsanti "lancia" e "annulla" per le 6257 testate russe

Sono in totale tre le valigette per il lancio delle testate russe: oltre a quella di Putin, quella del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore della Difesa. Secondo le intelligence occidentali, serve il via libera di almeno 2 di queste per autorizzare un attacco nucleare

19 Ottobre 2023

Un evento molto raro, quello ripreso dalle telecamere delle televisioni di stato cinesi durante il vertice tra Putin e Xi Jinping. Il presidente della Federazione russa, infatti, è stato ripreso con un militare che, a poca distanza, lo accompagnava reggendo la valigetta Cheget, la piattaforma portatile prevista per l'inserimento immediato dei codici di lancio dei missili nucleari russi. Ad aver colpito gli osservatori non è il fatto che l'inquilino del Cremlino viaggiasse con un tale strumento al seguito (qualsiasi Capo di Stato di un Paese con un arsenale atomico viaggia con valigette simili), ma che sia stato ripreso da una telecamera.

Putin ripreso con la valigetta nucleare nella Repubblica Popolare, i dubbi su una leggerezza della stampa cinese o un messaggio di Mosca all'occidente

Le valigette per l'inserimento dei codici nucleari, infatti, sono un oggetto solitamente trattato con grande discrezione dallo sguardo dei media ed il fatto che quella russa sia stata così tranquillamente ripresa in diretta dalle reti della Repubblica Popolare ha scatenato un piccolo terremoto tra i think tank occidentali. Due al momento le ipotesi che cercano di spiegare le immagini comparse sui televisori cinesi (e da lì sugli schermi di tutto il mondo). La prima, molto banalmente, considera una leggerezza della stampa del dragone, forse non resasi conto di cosa stava trasmettendo.

La seconda versione, invece, promette di impattare molto di più nella postura strategica dell'alleanza atlantica, e non solo. Lo "show" sarebbe stato finemente organizzato dallo staff del presidente russo, un modo per ricordare di essere pronto a muovere fino alle "estreme conseguenze" del conflitto localizzato fisicamente in Ucraina ma i cui reali contorni sono ben più sfumati nelle regioni e nel numero di dimensioni che abbraccia. Non è un caso se negli ultimi giorni dal punto di vista di Mosca sono diversi gli avvenimenti, passati sottotraccia nell'opinione pubblica ad ovest della nuova cortina di ferro, che contribuirebbero ad aumentare l'escalation con l'occidente.

Innanzitutto, l'utilizzo, per la prima volta, dei missili Usa Atacms da parte di Kiev, usati per bombardare le forze russe nei territori occupati ma la cui gittata li renderebbe strumenti ideali per colpire in profondità i territori della stessa Federazione. Poi, il trasferimento di due portaerei statunitensi (tra cui la Uss Gerald Ford, la più grande al mondo) nel Mediterraneo Orientale, ufficialmente a sostegno di Israele, per il Pentagono, ma pericolosamente vicine allo stretto dei Dardanelli ed al mar Nero, a detta del Cremlino.

Come detto, quindi, quello della valigetta Cheget potrebbe essersi trattato di un messaggio per ricordare che la crisi israeliana non ha fatto cambiare le future prospettive russe in Europa Orientale, prospettive che Mosca, forte di 6257 testate nucleari (molte delle quali di pronto impiego), intende continuare a perseguire. 

Come funziona la valigetta nucleare Cheget

Sebbene non ci siano conferme ufficiali da parte russa, essendo la procedura di offesa nucleare protetta da segreto di Stato, le intelligence occidentali hanno ricostruito quelli che sembrerebbero essere i verosimili passaggi per permettere alla leadership della federazione di autorizzare un attacco di questo tipo.

Poche le informazioni in merito, quello che si sa è che Putin non è l'unico a possedere una valigetta di questo tipo. Oltre a lui, infatti, anche il Ministro della Difesa ed il Capo di Stato Maggiore possiedono due "gemelle". Da anni i think tank statunitensi dibattono attorno al numero di valigette che devono essere attivate per confermare alle basi russe (sia quelle terrestri che quelle sottomarine) il lancio dei loro ordigni. Due al momento le teorie in merito: che sia necessaria l'autorizzazione da parte di tutte e tre le Cheget o che basti quella di almeno due (una delle quali deve per forza essere del presidente).

Una volta deciso l'attacco, i tre vertici della Difesa russa inseriscono i codici di lancio nella tastiera delle rispettive valigette. L'ordine viene quindi inviato agli Stati Maggiori delle forze armate e da qui diramato alle basi missilistiche interessate, che procedono al lancio sugli obbiettivi indicati.

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