25 Novembre 2022
Il Nord Stream 1 e 2 è stato distrutto dall'utilizzo di 700 kg di tritolo, come notiziò Il Giornale d'Italia il 28 settembre 2022. Recentemente è intervenuta anche la polizia svedese che ha confermato l'ipotesi di sabotaggio avendo ritrovato tracce di esplosivo in più zone della rete di condutture sottomarine: la conferma convalida sì alle posizioni di Mosca, sia quelle del consorzio svizzero Nord Stream AG appartenente per il 51% a Gazprom, e sia le testimonianze riportate dal viaggio de Il Giornale d'Italia nell'isola di Bornholm.
Immediatamente dopo furono anche diffuse le immagini del gasdotto distrutto, ma recentemente il canale televisivo Danese TV 2/ Bornholm è riuscito ad ottenere ulteriori immagini del tubo poggiato sul terreno, con una luce molto più potente che ci consente di distinguere effettivamente le parti distrutte punto è ben visibile lo spessore di pochi centimetri del ferro circondato da una grossa quantità di cemento che ha la funzione di impedire l'ossidazione del metallo e quindi l'arrugginimento. Impossibile in questo momento dire se il gasdotto è riparabile. Sicuramente l'attentato che ha portato alla distruzione dell'arteria polmonare dell'economia euroasiatica e che sarà presto sostituita da un altro hub turco che si servirà sempre di gas russo.
Ciascun tubo del Nord stream è largo 1,15 m e ha uno spessore da 4 a 7 cm a seconda della zona in cui vengono inseriti i bulloni e poi rivestiti di cemento. La lega con cui è fatto è capace di reggere anche alle possibili scosse sismiche. Tuttavia nulla avrebbe potuto mantenere l'integrità dell'infrastruttura fondamentale per l'economia Europea, che era in grado di trasferire in Europa oltre 170 miliardi di metri cubi di gas naturale, una volta utilizzati da 400 a 700 kg di tritolo.
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