29 Ottobre 2022
Un'enorme manifestazione in piazza che ha coinvolto decine di migliaia di persone è andata in scena a Praga nella giornata di ieri venerdì 28 ottobre. La capitale ceca non è nuova a questo tipo di manifestazioni in questo periodo. Obiettivo: protestare contro il governo per il suo supporto a Kiev ed in particolare per le sanzioni anti-russe che si stanno rivelando un boomerang. Proteste contro il premier Petr Fiala per cui sono state chieste le dimissioni, così come le elezioni anticipate.
Tra le richieste dei partecipanti alla manifestazione, quello di aggirare le sanzioni dell'Ue e comprare il gas direttamente da Mosca. Una mobilitazione a cui hanno partecipato esponenti appartenenti a qualsiasi corrente ideologica: estrema destra, indipendenti e comunisti. Un solo grido: "Czech Republic First". Chiesta l'uscita della Repubblica Ceca sia dall’Unione europea sia dalla Nato, nonché la neutralità di Praga nel conflitto.
Il governo ceco non sembra voler ascoltare le continue proteste dei cittadini, semmai contrattacca. Sulla facciata dell'edifico del ministero dell'Interno è apparso un enorme striscione che raffigura Putin morto. Un gesto di chiaro contrasto con il Paese, che è stato argomentato così: "Sappiamo chi è il nostro amico, che sanguina anche per la nostra libertà. E sappiamo anche chi è il nostro nemico, e non gli permetteremo di rubare il concetto di patriottismo o la nostra bandiera", dice il ministro Vit Rakusan.
Dalla Russia non l'hanno presa bene (eufemismo). L’agenzia di stampa Eurasia Daily ha ribattuto così: "Nella Repubblica Ceca l’ostilità verso la Russia ha superato ogni limite, il ministero degli Interni ceco sta minacciando il presidente Putin", e viene sottolineato come i manifestanti "chiedono che la Repubblica Ceca smetta di fornire assistenza militare all’Ucraina e mantenga la neutralità politica, oltre ad avviare negoziati con la Russia sulla fornitura di gas a basso costo".
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