Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Orcel (UniCredit): "Escludo la scalata in Generali; Ops Banco Bpm non economica, può decadere ma anche essere riproposta"

L'intervento di Andrea Orcel al 129esimo Consiglio nazionale della Fabi: "Il nostro ricorso al Tar sul golden power è una questione di chiarezza, non di combattimento; l'influenza dei governi sulle operazioni di mercato è diventata molto significativa"

27 Maggio 2025

"Lo può escludere". Così il ceo di UniCredit, Andrea Orcel al 129esimo Consiglio nazionale della Fabi in merito all'ipotesi di una scalata a Generali. "Il percorso Tar-Consiglio di Stato non arriverà in tempo per darci certezza della chiusura dell'operazione" su Banco Bpm, che quindi "potrebbe decadere" ha detto ancora . L'operazione "può essere sempre riproposta", ha continuato Orcel. "Il nostro ricorso al Tar è una questione di chiarezza, non di combattimento".

L'aggregazione tra UniCredit e Banco Bpm è "un'operazione valida industrialmente, valida strategicamente, però si scontra su visioni diverse che rendono l'operazione de facto non economica", prosegue il ceo di UniCredit, sui paletti fissati dal governo con il golden power, che comportano "ostacoli legali" che rendono possibile soddisfare le prescrizioni o "un aumento del costo economico per fare l'operazione". "Questa valutazione è definitiva?" ha chiesto a Orcel il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. "Se restano così assolutamente", la replica del ceo. 

Durante l'intervista sul palco, il ceo di UniCredit prosegue dicendo:

"Abbiamo ottenuto una sospensione da Consob, necessaria per attendere la risposta del governo sulla questione della golden power. Il governo ci ha inviato un decreto, chiedendoci anche un parere su di esso e se ravvisassimo delle criticità. Abbiamo risposto che tocca a loro chiarire se intendano mantenere integralmente le condizioni previste o riscriverle in parte. Per questo motivo avevamo bisogno di tempo.

Il secondo elemento riguarda l’Antitrust europeo, che deve ancora pronunciarsi sulle misure antitrust. Tali misure influenzeranno inevitabilmente la nostra decisione finale. Questi due fattori ci pongono in una situazione di attesa: a differenza di BPM, non abbiamo nemmeno avviato una campagna di marketing, non abbiamo fatto nulla, proprio perché vogliamo essere certi prima di presentarci agli investitori. Non si tratta di uno scontro, ma di chiarezza.

Siamo tutti d’accordo sugli obiettivi della golden power, che vengono richiamati ogni volta: sostenere l’economia, le piccole e medie imprese, il risparmio delle famiglie. Non c’è disaccordo su questo, tantomeno da parte nostra: la nostra banca è gestita seguendo questi principi.

Vorrei ricordare qualcosa che si dice troppo poco: i nostri prestiti alle PMI sono cresciuti del 40% solo nel primo trimestre. Questo perché il nostro piano di crescita è chiaro e abbiamo sia il capitale che la liquidità per sostenerlo. Tuttavia, il dibattito si concentra sulle motivazioni specifiche per cui si applica la golden power: difesa nazionale o sicurezza nazionale, in base a come le prescrizioni sono state formulate. Se queste prescrizioni, pur mantenendo gli stessi obiettivi, fossero scritte in modo diverso, per noi non ci sarebbero problemi. Ma sono scritte così, e non siamo i soli a ritenerle inadeguate.

Molti ritengono che il quadro applicativo non sia quello corretto. Siamo ricorsi al TAR, come avevamo già annunciato. Ma il responso del TAR o l’eventuale percorso al Consiglio di Stato non arriveranno in tempo utile per darci certezze sulla chiusura dell’operazione.

Il dottor Messina ha, come sempre, ragione: oggi in Europa esiste un elemento nuovo, che c’è sempre stato ma non a questi livelli, ovvero l’intervento diretto dei governi nelle operazioni di mercato, in particolare nel settore bancario. Nessuno l’aveva previsto, a meno di non avere la sfera di cristallo. Anche il recente decreto “Reale” in Spagna presenta le stesse identiche problematiche. Non è un’anomalia italiana: riguarda anche Spagna, Germania, Ungheria, Romania... Paesi in cui sono in corso operazioni simili. Se iniziassimo a muoverci in altri mercati, ci troveremmo davanti alle stesse dinamiche.

Viviamo in un mondo nuovo, in cui l'influenza degli Stati sulle operazioni di mercato è diventata molto significativa, e questo va considerato seriamente.
Tuttavia, dal punto di vista delle istituzioni europee – Commissione, BCE, UE – la visione è diversa. Si punta a un sistema bancario europeo forte, capace di competere con Stati Uniti, Cina e altri grandi blocchi economici. Ma senza banche solide, questo obiettivo è impossibile da raggiungere: le banche sono il carburante dell’economia. In Europa, però, abbiamo spesso banche “nane”, limitate da vincoli regolamentari, che ostacolano lo sviluppo del sistema.

Può sembrare che questi due mondi – quello nazionale e quello europeo – siano destinati a uno scontro. Io credo, piuttosto, che stiano seguendo direzioni divergenti.

Nel caso dell’Italia, questa è un’occasione persa. Basta guardare la Spagna: le prime tre banche controllano oltre il 20-25% del mercato interno e sono competitive anche all’estero, in particolare in America Latina. In Italia, la prima banca è al 25%, noi siamo secondi ma con una quota del 9%. Così non si crea concorrenza: non si può parlare di competizione tra Davide e Golia se Davide non ha neanche la fionda. Noi la nostra fionda ce l’abbiamo: è il nostro network paneuropeo. Ma il problema è nella struttura di sistema.

Guardando alle PMI e alle famiglie, la nostra scarsa quota di mercato ci impedisce di offrire loro tutti i servizi e la forza di capitale e liquidità che le grandi banche potrebbero garantire. E non parliamo di posizioni dominanti, ma di quote competitive. Se non affrontiamo questo nodo, l’Italia continuerà ad avere un sistema bancario squilibrato."

Seguici su

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti