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De Felice (Intesa Sanpaolo): "Dazi di Trump no ordine esecutivo ma minaccia per ottenere una posizione negoziale; Europa deve rispondere con le stesse armi”

Il Giornale d'Italia ha intervistato Gregorio De Felice, Head of Research e Chief Economist di Intesa Sanpaolo: "Tutelare i nostri interessi intervenendo su prodotti tecnologici e servizi finanziari offerti da Colossi come Amazon, Mera, Apple"

25 Maggio 2025

Gregorio De Felice, Head of Research e Chief Economist di Intesa Sanpaolo, in occasione del Festival dell'Economia di Trento è stato intervistato da Il Giornale d'Italia

La questione dei dazi di Trump sembra più un tema di deal making, come Trump  si siede al tavolo, tira uno “schiaffone” per provocare una reazione, quindi solo un bluff per iniziare la trattativa o c’è qualcosa di più dietro?

"Io credo che l’iniziativa di Trump, che, lo ripeto, non è ancora un ordine esecutivo, rappresenti piuttosto una minaccia per ottenere una posizione negoziale più forte con noi europei. Non è davvero nell’interesse di Trump imporre dazi al 50%. Ora tocca all’Europa rispondere, seguendo un approccio simile a quello cinese: se ci impongono dazi al 145%, allora rispondiamo allo stesso modo sui prodotti americani. Dobbiamo rispondere con le stesse armi, con gli stessi contenuti, e avviare un negoziato molto serio, mettendo nero su bianco che siamo disposti ad acquistare beni americani per un importo rilevante, così da contribuire a ridurre il loro disavanzo commerciale."

È una strategia corretta, questa? Non rischiamo di diventare sempre meno indipendenti dagli Stati Uniti? E, dall’altro lato, su quali prodotti dovremmo intervenire maggiormente? Quelli tecnologici o industriali?

"Dobbiamo tutelare i nostri interessi. Il nostro interesse è quello di difendere i prodotti europei che esportiamo negli Stati Uniti, e viceversa. Potremmo intervenire sui servizi, in particolare nel campo delle telecomunicazioni e del software, quindi prodotti tecnologici su cui, tra l’altro, l’Europa registra un disavanzo commerciale. A mio avviso, dobbiamo portare al tavolo tutti questi temi, aprire un negoziato e trovare un punto di equilibrio. È nell’interesse di entrambi i blocchi economici, e direi anche nell’interesse del pianeta nel suo complesso."

Quali potrebbero essere tre filiere o tre tipologie di prodotto da cui partire con eventuali controdazi?

"Per esempio, potremmo iniziare con i prodotti e servizi finanziari offerti da colossi come Amazon, Meta, Apple e altri. Introdurre una tassa sulle transazioni legate a queste grandi colossi avrebbe un impatto significativo. Si rifletterebbe anche in una pressione sull’amministrazione americana."

Molte di queste aziende hanno però la sede legale in Europa, ad esempio Meta in Irlanda. Come si potrebbe gestire questa situazione?

"Molte di queste società hanno sede in Paesi europei dove c'è una tassazione molto bassa. Ma questo è un altro problema: la frammentazione fiscale all’interno dell’Unione Europea. Su questo tema non possiamo prendercela con Trump, dobbiamo piuttosto risolverlo internamente, a livello europeo."

 

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