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Messina (Intesa Sanpaolo): "Nel 2025 puntiamo a superare i €9 mld; dazi per l'Europa meglio approccio realistico che pessimistico"

Carlo Messina, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: "Intesa Sanpaolo punta sulla crescita delle commissioni e del settore assicurativo per superare i €9 miliardi di utile nel 2025"

05 Febbraio 2025

Carlo Messina, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo, in occasione della presentazione dei risultati di Intesa Sanpaolo nel 2024 ha dichiarato: 

"Intesa Sanpaolo ha una dimensione tale per cui noi sulle vicende del risiko bancario non abbiamo nessun ruolo e non avremo nessun ruolo. Io credo che oggi ci siano dei processi di concentrazione che stanno cercando di portare alla creazione di valore per azionisti con delle operazioni che dovranno essere valutate nel corso dei prossimi mesi. Io non credo che prima di giugno sia chiaro cosa sta accadendo, quello che vedo è un grande un gran movimento di tanti pezzi ma ancora non ho capito il disegno finale dove può arrivare."

Ha parlato anche dell'importanza della reputazione dell'Italia, ha citato anche il Governo e la premier Meloni dicendo che in sostanza si sta muovendo bene a livello internazionale e questo giova anche alla nostra economia, questo è il senso?

"Io sono convinto che parlare male di questo Paese in particolare all'estero sia un errore clamoroso. Una volta che abbiamo un Presidente del Consiglio che secondo me sta facendo bene il suo lavoro, sta portando la reputazione del nostro Paese all'estero in un modo estremamente positivo, credo che il supporto da parte di chi opera nel nostro Paese, a parte considerazioni politiche, per far accelerare l'economia reale del Paese e fare in modo che il Paese possa avere una reputazione rafforzata nel nel mondo sia un dovere di tutti noi. E quindi io sono convinto che Intesa Sanpaolo da questo punto di vista può rappresentare un punto di riferimento e lo rappresenta anche per quello che facciamo per il sociale, per le disuguaglianze nel Paese, abbiamo una visione che è quella di lavorare per i nostri azionisti ma anche nell'interesse dell'Italia e delle fasce più deboli di questo Paese."

Ho sentito anche ottimismo di fronte all'eventualità di dazi.

"Io sono convinto che queste cose vadano valutate poi nell'equilibrio fra gli elementi positivi e gli elementi negativi, nel momento in cui vengono inseriti dei dazi e il dollaro si rafforza vuol dire che si svaluta l'euro e ci sarà maggiore possibilità per chi esporta di poter vendere a dei valori che possono compensare l'impatto dei dazi. Se alcuni paesi hanno dei dazi imposti e decidono di muoversi verso altri Paesi ci possono essere delle opportunità di export in altri Paesi. Cioè queste azioni vanno viste alla fine cercando di individuare gli elementi positivi e gli elementi negativi poi mi sembra che ci sia un elemento fortemente negoziale in quello che sta accadendo, quindi prima di avere un approccio pessimistico io cercherei di averlo realista guardando le cose poi dopo facendo le valutazioni. Il mio ottimismo nasceva dal fatto che in Italia comunque è ragionevole che i consumi riprendano perché i salari sono aumentati, l'occupazione è aumentata, i tassi di interessi scendono e quindi le imprese avranno minori costi e le famiglie avranno più possibilità di far mutui e avranno meno costo sul fronte dei mutui e ci sarà un'accelerazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Questi sono tutti i fattori che portano alla crescita del PIL del nostro Paese. Quindi, come dicevo all'inizio, cerchiamo di guardare le cose in modo da avere uno spirito costruttivo e non sempre cercando di piangerci addosso."

Come pensate di raggiungere i 9 miliardi e di compensare il calo prevedibile del margine di interesse?

"Noi lo faremo assolutamente attraverso la crescita delle commissioni e del business assicurativo. Noi abbiamo una fortissima prevalenza del risparmio gestito e del mondo assicurativo nel nostro portafoglio di attività e questo sta portando e porterà ad una crescita delle commissioni, perché normalmente quando i tassi di interesse scendono i clienti sono più portati a cercare delle forme di investimento, ovviamente ragionevolmente sicure, ma che possano portarli ad avere dei rendimenti che non trovano sul mercato dei tassi di interesse. Questo favorisce chi ha, come nel nostro caso, delle fabbriche, prodotto di asset management o di assicurazione e ritengo che noi avremo la possibilità di compensare la riduzione del margine di interesse con la crescita delle commissioni."

Non crede che il mercato si aspetti invece qualche cosa? Di fatto voi avete una posizione molto chiara lei l'ha ribadito, però sul lungo periodo gli investitori potrebbero aspettarsi qualcosa in più, cioè potrebbero rimanere delusi.

"Gli investitori di Intesa Sanpaolo hanno dimostrato, con la rivalutazione del nostro titolo e col fatto che oggi abbiamo una leadership indiscutibile in Europa insieme a Santander, che il nostro titolo  è quello che ha il maggior valore di Borsa, ma il maggior valore in termini di prestigio e di prezzo. Cioè la valutazione relativa a Intesa Sanpaolo è talmente elevata perché gli investitori apprezzano il nostro modello di business ed apprezzano anche la serietà della banca di fare un modello incentrato sull'estrarre il valore da quello che noi abbiamo. Abbiamo ancora tantissimo valore che possiamo creare per i nostri investitori, in particolare sul fronte delle commissioni e quindi io penso che ci sosterranno in ogni caso e noi abbiamo un approccio molto chiaro e trasparente ma non mi sembra che nessuno stia scappando da Intesa Sanpaolo per andare in altri titoli bancari."

Dall'amministrazione Trump, dazi a parte, si aspetta una deregolamentazione del settore finanziario? Se sì, con che impatti da noi?

"Beh è indubbio che l'approccio sarà un approccio di deregolamentazione questo io credo che sia evidente, mentre sui dazi io ho qualche dubbio sull'impatto netto finale, sul mondo della deregolamentazione io sono convinto che l'approccio sarà certamente di rendere più facili alcune operatività e di fare in modo che ci possa essere, in particolare su alcuni settori e su quello bancario e finanziario, una deregolamentazione e questo potrebbe portare a comportamenti imitativi in altri Paesi, non mi aspetto che in Europa questo sarà l'approccio seguito da parte della BCE."

Considerando questa grande liquidità potrebbe esserci anche ulteriore dividendo?

"Nel corso del 2025 noi rimarremo con questo payout del 70%, paghiamo il 10% di dividendi di oltre 6 miliardi di euro, il dividendo aumenterà perché aumenterà l'utile e quindi verrà distribuito più dividendo sulla percentuale stabilita. Ma già oggi siamo ai vertici in termini di remunerazione degli azionisti."

Puntate di fare più di 10 miliardi quindi nel 2025?

"Noi abbiamo parlato di più di 9 miliardi che può essere dieci o infinito, ma noi siamo concentrati nel fare più di 9 miliardi e riteniamo che questo sia assolutamente fattibile per il nostro gruppo poi nel nuovo piano d'impresa che faremo all'inizio del 2026 vedremo che obiettivi porci e se incrementarli rispetto a questi 9 miliardi di euro."

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