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Scaroni (Enel): "La Russia continua a fornire gas all'Europa, il rapporto con Mosca resta vitale e potrà tornare centrale in futuro"

Paolo Scaroni, Presidente di Enel, in occasione del World Economic Forum a Davos ha dichiarato: "Il Green Deal europeo è stata una scelta più ideologica che pratica, va reso più realistico e pragmatico"

22 Gennaio 2025

Paolo Scaroni, Presidente di Enel, in occasione del World Economic Forum a Davos ha dichiarato a Sky TG24:

Di fronte ad un impatto del cambiamento climatico che è sempre più significativo, fino a che punto sarebbe lecito il tentativo, ove mai vi fosse, di rallentare la transizione green?

"Io credo che nessuno voglia rallentare la transizione del green, credo che tutti vogliono evitare una transizione green basata sull'ideologia piuttosto che sulla scienza o sulla pratica. Le cito un esempio, quando l'Europa, che rappresenta il 7,5% delle emissioni di CO2 del nostro pianeta, decide di passare alle automobili solo elettriche, eliminando quelle a combustione interna dal 2035, quando le automobili europee rappresentano meno dello 0,5% delle emissioni di CO2 è solo perché nessun altro continente ha preso una decisione di questo tipo. Si ha l'impressione che sia stata una scelta più ideologica che pratica, con il Green Deal che è stato varato nel 2019 dall'Europa si sperava addirittura che l'Europa sarebbe diventata leader mondiale nelle tecnologie green in termini di competenze, esperienze, tecnologie e aziende. Questa leadership è passata armi e bagagli in mano alla Cina, quindi oggi ci troviamo ad avere gli obiettivi più sfidanti. Non abbiamo sviluppato alcunché in termini di tecnologie nostre proprie e tutto questo alla fine pone delle domande un po' a tutti quando cominciano in Germania a licenziare decine di migliaia di lavoratori dell'automobile. Ci si chiede ma è stata fatta la cosa giusta? Non siamo stati troppo ambiziosi nelle nostre scelte? Ecco, questi sono i quesiti che in tutta Europa ci si comincia a porre. E io mi attendo non di tornare indietro, ma che questo tema venga ripreso in mano per renderlo un po' più realistico e più pragmatico."

Con lo stop al gas russo in Europa perché non può più passare per l'Ucraina, si chiude definitivamente secondo lei un'epoca o potrebbe anche trattarsi solo di una parentesi per cui conclusa la guerra in Ucraina ci potremo rivolgere ancora alla Russia per avere gas o petrolio?

"Noi continuiamo a comprare gas russo che arriva in Europa attraverso il Turkish Stream quindi attraverso la rotta sud e lo compriamo liquefatto. Anzi, gli acquisti di gas liquefatto russo non sono mai stati così alti, quindi la Russia continua a contribuire al fabbisogno europeo seppur naturalmente in misura molto minore che nel passato. Per quanto riguarda il futuro io mi auguro che i rapporti con la Russia si riescano a ristabilire, perché avere confinante con noi il Paese che ha le più grande riserve di gas del mondo e precluderci nell'uso è qualche cosa che abbiamo dovuto fare per la loro invasione dell'Ucraina. Ma io penso che quando la situazione dovesse risolversi col tempo con anche dei vertici diversi in Russia tutto questo potrà riprendere perché il rapporto con la Russia resta un rapporto vitale per l'Europa. È stato così nei secoli e io ritengo che potrà ritornare a essere così in futuro."

In questo mix di energia tutta rinnovabile lei ci vede, almeno a livello transitorio, anche il nucleare?

"Parlando per un secondo dell'Europa, gli obiettivi che ci siamo posti nel 2030 potremmo raggiungerli con le rinnovabili investendo moltissimo, pensi che dovremmo investire nei prossimi cinque anni, da adesso al 2030, tre volte quello che abbiamo investito dal 2004 al 2024. Quindi uno sforzo ciclopico che però è fattibile e io sono fiducioso che riusciremo a farlo. Quando poi si tratta degli obiettivi per il 2050, in base alle tecnologie che conosciamo oggi, senza nucleare non ce la faremmo mai a raggiungere questo obiettivo. Tanto è vero che molti ambientalisti, particolarmente negli Stati Uniti, sono diventati attivi nuclearisti anche se non amano il nucleare; nemmeno io amo il nucleare, ma faccio fatica a vedere fonti alternative di energia che ci consentano di eliminare gli idrocarburi per raggiungere Net Zero da qui al 2050. Quindi transitoria mi auguro di sì, ma magari anche permanente per molti anni, anche perché gli investimenti nel nucleare richiedono tempi di ammortamento di almeno 40-50 anni."

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