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Sustainable Economy Forum, Viglianisi (ENI):" Economia circolare, dalla prima bioraffineria fino all'idrogeno per un approccio integrato"

Michele Viglianisi, Responsabile Circular Economy & Green Refining Eni a Il Giornale d’Italia: “Accelerare la transizione energetica verso le tre dimensioni principali della sostenibilità: ambientale, economica e sociale”

07 Aprile 2022

Michele Viglianisi, Responsabile Circular Economy & Green Refining Eni a Il Giornale d’Italia:

“Gli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno mostrando sempre più estremi e frequenti. Il conflitto in Ucraina con delle conseguenze importantissime sul costo dell’energia e quindi sul fronte sociale impongono di accelerare la transizione energetica verso un modello che riesca a declinare le tre dimensioni principali della sostenibilità. Certamente quella ambientale perché non c’è più tempo la temperatura del pianeta sta incrementandosi molto rispetto all’età pre-industriale, bisogna fare qualcosa velocemente. Serve sostenibilità economica, tutte le iniziative che mettiamo in campo devono aver le gambe forti per camminare da solo e generare valore.  Serve soprattutto sostenibilità sociale, le nostre iniziative di riconversione di impianti, le iniziative di economia circolar per la riqualificazione dei rifiuti devono essere un’opportunità di conservare e generare occupazione in modo che questa transizione oltre ad essere efficace ed efficiente possa essere giusta e inclusiva.”

“Noi fummo i primi al mondo nel 2014 a trasformare una raffineria normale quella di Venezia, destinata alla chiusura per la crisi di quegli anni, in bioraffineria, dopo qualche anno questa è stata imitata da quella di Gela nel 2019. Oggi abbiamo una capacità di biomassa in biocarburante di 1,1 milioni di tonnellate all’anno, questa capacità sarà raddoppiata nel 2025, arriverà a 6 milioni di tonnellate entro dieci anni. Entro quest’anno poi tutte le nostre bioraffinerie saranno alimentate esclusivamente da scarti, non più olii in competizione con il ciclo del cibo, gli scarti diventano il nostro nuovo petrolio, rispetto agli olii non edibili e quindi non in competizione con il ciclo del cibo. Così come gli impianti di biometano, ne abbiamo acquisiti 22 e che in questo momento vengono alimentati con materiale agricolo, ma presto saranno alimentati da scarti e produrranno fino a 55 milioni di metri cubi l’anno di questo prodotto. Questa produzione salirà fino a 200 milioni entro il 2025 e fino a 10 miliardi entro il 2050 con l’obiettivo di sostituire tutto il metano fossile, utilizzato per trasporti, usi civili e industriali. Sono tre settori che da soli sono responsabili dell’80% delle emissioni clima-alteranti, biocarburanti e biometano sono strumenti efficaci e immediatamente disponibili e accompagnano altre soluzioni lì dove queste non possono essere impiegate, penso all’elettricità, trasporto aereo e pesante. Inoltre ci accompagnano in processi di maturazione importanti come l’idrogeno.”

“Un approccio integrato per la rivoluzione green che deve essere ispirato da due parole chiave: progressività, costruito in maniera progressiva con innovazioni tecnologiche, ricerca ed esperienza pilota e poi seconda parola chiave è neutralità tecnologica, tutte le soluzioni a disposizione devono essere valorizzate al meglio valutando al meglio potenzialità ed effettiva disponibilità”.

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