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Morandotti (Storico d'arte):"Da Leonardo a Luini, la mostra svela l’eredità artistica milanese influenzata dagli artisti esterni"

Il Giornale D'Italia ha intervistato Alessandro Morandotti, studioso dell'arte lombarda:"La mostra restituisce il ruolo degli artisti forestieri a Milano tracciando la storia artistica, quella culturale e quella cittadina"

22 Novembre 2024

Alessandro Morandotti, Studioso dell'arte lombarda, in occasione della mostra 'Il Genio di Milano' è stato intervistato da Il Giornale D'Italia.

Quale percorso avete pensato per questa mostra con i vari artisti?

"L'idea della mostra è quella di raccontare, attraverso una serie di episodi significativi, l'importanza che hanno avuto gli artisti provenienti da altre città d'Italia nell'elaborazione della storia dell'arte a Milano, dagli anni della Fabbrica del Duomo fino al Novecento. La ragione di questa scelta è legata alla storia della città, che è da sempre aperta ad accogliere artisti che arrivano da fuori, anche per la sua vocazione di città aperta ai commerci, alla finanza, al mondo delle banche fin dal Medioevo e dal Rinascimento. Questo racconto permette di capire come l'incontro tra le testimonianze di questi artisti esterni e gli artisti locali abbia mutato la situazione artistica, restituendo alla storia artistica della città una valenza multiculturale, che è una caratteristica distintiva della storia artistica di Milano".

Quali sono gli artisti presenti dentro la mostra e perché bisognerebbe venire a visitarla?

"La mostra restituisce, attraverso questa linea rossa che abbiamo scelto di seguire, il ruolo degli artisti forestieri a Milano, tracciando non solo la storia artistica, ma anche quella culturale e della vita cittadina. In questo senso, si tratta di una straordinaria illustrazione delle caratteristiche salienti della nostra città. Gli artisti presenti sono moltissimi, alcuni dei quali poco noti, come grandi scultori tedeschi che hanno lavorato alla Fabbrica del Duomo, o maestri vetrai provenienti dalla Francia e dalla Germania, di cui abbiamo esposto le vetrate accanto a quelle eseguite dagli artisti lombardi, che non solo realizzavano i cartoni, ma seguivano anche la produzione dei vetri dopo aver imparato il mestiere dai maestri del Nord. Un esempio è Nicolò da Varallo su cartone di Vincenzo Foppa, un grande maestro lombardo del Quattrocento. Poi, naturalmente, c'è Leonardo, con i suoi disegni di ingegneria e architettura, che è una presenza molto forte, accompagnato da alcuni suoi allievi che ne recuperano i modelli in campo pittorico, come Marco d'Oggiono, suo allievo diretto, e Bernardino Luini, che reinterpreta il cartone della Sant'Anna del Louvre in un dipinto che fa parte della collezione di Federico Borromeo fin dall'inizio del Seicento. Questo dipinto, emblematico, connette la sezione dedicata a Leonardo con quella dedicata all'interesse per i maestri fiamminghi di Federico Borromeo, includendo opere di Jean Bruegel e Paul Brill, che testimoniano il grande interesse di Milano all'inizio del Seicento per i nuovi generi artistici come il paesaggio e la natura morta".

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