22 Ottobre 2025
Milano, 22 ott. (askanews) - Il corpo come "un viaggio dove le strade s'incontrano e si mescolano trovando misure e tipologie che rispondono a un ordine sincronico. Dunque il luogo del corpo si forma e muta grazie alla frequentazione di sguardi, toccamenti e adiacenze che agiscono come sentieri che mettono in contatto". Lo scrive il coreografo Virgilio Sieni nelle sue note intorno allo spettacolo "Danza cieca", che lo vede sul palco insieme al ballerino non vedente Giuseppe Comuniello, che i da artisti hanno portato anche in Triennale Milano nel contesto del FOG festival e in occasione della 24esima Esposizione internazionale Inequalities.
La messa in scena, spesso silenziosa e ritmata da diversi punti di luce che si alternano, rimanda a un'idea della danza come cura, come condivisione tattile, fondata sia sui momenti in cui i due corpi si toccano, sia su quelli nei quali il contatto non avviene, ma l'estrema vicinanza lo rende ancora più significante. Il palcoscenico ricoperto di cartone offre una versione anche sonora della coreografia che si muove intorno al recupero delle "rovine dei nostri gesti", per dirla ancora con Sieni.
È come se i due artisti avessero imparato a orientarsi con le stelle, ma in un mondo senza più cielo; è come se la dimensione interiore della loro danza esistesse a prescindere, ma possa essere attivata solo dal pensiero del contatto, dall'idea - come volontà più che come rappresentazione - del muoversi potendosi toccare.
Sieni e Comuniello mappano il territorio, anche ricorrendo all'argilla per "depositare il lavoro in un materiale", ma soprattutto creano una possibilità reale di vicinanza costruita sui gesti, a loro volta, come sempre accade con il coreografo toscano, appresi dall'arte di Piero della Francesca o di Giovanni Bellini, maestri di uno spazio tattile che, al tempo stesso, separa e unisce. (Leonardo Merlini)
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