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Peruzzi (curatrice): "Fiori, dispense ricche di prelibatezze e mense aristocratiche piene di cibo elaborato: la nuova mostra della Galleria Bper"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Lucia Peruzzi, curatrice della mostra "L’incanto del vero. Frammenti di quotidiano nella natura morta tra Sei e Settecento" della Galleria Bper Banca

04 Aprile 2024

Lucia Peruzzi, curatrice della mostra "L’incanto del vero. Frammenti di quotidiano nella natura morta tra Sei e Settecento" della Galleria Bper Banca, in occasione della conferenza stampa di presentazione, ha dichiarato: 

"Fiori variopinti, appena sbocciati o sull’orlo del disfacimento, vasellame ricercato e maioliche pregiate, dispense ricche di prelibatezze, mense aristocratiche piene di cibo elaborato, si alternano a mense frugali e sporte di cannarella di gusto feriale e domestico, spesso evocative anche di stenti e sacrifici, sono questi i temi affrontati dai maestri emiliani nelle opere presenti in mostra, ricollocati in questa sede in una trama di lettura nella quale gli oggetti escono dalla loro dimensione meramente estetica e decorativa per ritrovare anche il senso del forte legame con lo scorrere della vita". 

 
L’esposizione,  aperta al pubblico gratuitamente dal 5 aprile al 30 giugno 2024,  rivela per la prima volta al pubblico quindici tra i dipinti più significativi del nucleo di nature morte della collezione di BPER Banca, cui si affianca per l’occasione una selezione di undici capolavori provenienti da collezioni private e istituzioni pubbliche nella costruzione di un prezioso itinerario che si snoda attraverso le principali scuole artistiche del bacino emiliano-romagnolo tra Seicento e Settecento. In dialogo con i dipinti, la curatrice dell’Archivio storico di BPER Banca, Chiara Pulini, propone una selezione di documenti provenienti dall’Archivio di Stato di Modena e dall’Archivio privato Rangoni Machiavelli che esprime il profondo legame tra l’immagine trasmessa dall’opera d’arte con la vita vissuta. Ricette, menù e libri delle dispense si intrecciano ai colori, ai sapori e agli odori che scaturiscono dalle nature morte. Le parole scritte sostanziano di verità storica le immagini rendendo ancora più viva la suggestione di essere partecipi della vita vissuta all’interno delle case padane del Sei e Settecento.

Filo conduttore della mostra è il genere artistico della natura morta e le sue trasformazioni nel corso del tempo, che vedono il semplice oggetto assumere significati diversi a seconda del contesto storico e sociale di inserimento. Dalle raffigurazioni floreali agli interni delle dispense e alle tavole imbandite, lo studio del vero cala l’oggetto inanimato e domestico in una dimensione che gli conferisce un valore simbolico.

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