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Dolfi Agostini (Curatrice): "'L'undicesima casa' racconta collaborazione tra Fondazione Paul Thorel e Gallerie d'Italia; artisti in mostra con relazioni autentiche con Napoli"

Il Giornale d' Italia ha intervistato Sara Dolfi Agostini, curatrice de L' undicesima Casa: "La fotografia è il medium più democratico che gli artisti hanno per parlare in maniera universale"

08 Marzo 2024

Sara Dolfi Agostini, curatrice, in occasione della conferenza stampa di presentazione della mostra "L'Undicesima casa" che aprirà dal 9 marzo al 5 maggio 2024 presso le Gallerie d’Italia – Napoli, museo di Intesa Sanpaolo, ideata e organizzata dalla Fondazione Paul Thorel, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"Sono Sara Dolfi Agostini e sono la curatrice della Fondazione Paul Thorel a Napoli. Oggi siamo qui nella mostra 'L'undicesima casa' che racconta la collaborazione tra Fondazione Paul Thorel e Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo attraverso gli artisti che hanno vinto il premio Paul Thorel. In questa prima edizione sono presenti tre artisti: il collettivo Clusterduck, Jim C. Nedd e Lina Pallotta, che ci portano in mondi molto diversi l'uno dall'altro. Sono dei mondi che hanno delle loro logiche, delle loro simbologie, delle loro modalità di comunicare e che sono assolutamente aperti al dialogo. Quindi sarà veramente uno spaccato dell' identità multiculturale, frastagliata e ricca della società contemporanea.

Gli artisti, in maniera completamente spontanea, hanno deciso di creare delle relazioni autentiche e importanti con la città, per cui troviamo delle simbologie napoletane nel lavoro di Clusterduck, poi troviamo anche una collaborazione molto importante con la ATN, l'associazione Transessuale napoletana, e poi notiamo questo corpo sociale dietro di me nell'opera di Jim C. Nedd in cui dei ragazzi hanno partecipato a uno street casting nelle strade tra via Toledo, dove ci sono dove si trovano insomma tutte le facoltà universitarie di Napoli.

La fotografia è sicuramente il medium più democratico che hanno oggi gli artisti per parlare in maniera universale senza avere delle differenze di lingua oppure di background. Con la rivoluzione digitale la fotografia di oggi esiste sia nel mondo fisico sia nel mondo digitale e virtuale, e viene scambiata attraverso internet. In particolar modo, soprattutto nel lavoro di Clusterduck vedremo questa doppia dimensione incontrarsi; tutto quello che voi vedete sono icone di meme, di feelings che circolano nella rete che improvvisamente fanno la loro apparizione nel nostro mondo reale e, diventando fruibili, possono avere un rapporto fisico con noi."

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