02 Dicembre 2021
Barbara Costa, Responsabile dell'Archivio Storico di Intesa Sanpaolo, in occasione della presentazione della mostra Prima della Prima, ha affermato a Il Giornale d'Italia: "Aiutare il Professor Grasso a costruire questa mostra ha significato affrontare un pezzo dell'Archivio Publifoto che ancora non avevamo visto, perché si tratta di un archivio di 7 milioni di immagini, è gigantesco e al suo interno c'è un po' la storia d'Italia per cui è stato come affrontare una continua sorpresa.
Ovviamente le Prime della Scala dovevano per forza essere documentate all'interno dell'archivio perché si tratta di un evento di fondamentale importanza nella storia di Milano. Tuttavia quello che non ci aspettavamo era di trovare non solo la parte più mondana, ma anche tutta la parte legata al backstage, oppure quella legata alla fotografia che Publifoto sapeva poi di poter riutilizzare magari dopo anni. In realtà ci siamo trovati di fronti ad una grandissima abbondanza di materiale e tutt'ora sappiamo che salterà fuori ancora qualcosa. L'altra cosa che all'inizio era inaspettata ma poi l'abbiamo capita è stata trovare pochissime fotografie degli spettacoli, gli artisti si vedono ma non mentre svolgono il loro lavoro, ma si vedono quando sono alla prima, nel backstage, in momenti in cui sono più rilassati perché i giornali dell'epoca non chiedevano di vedere lo spettacolo ma chiedevano di poter vedere quella che era la vita della scala prima di quest'evento che rappresentava l'inaugurazione della stagione.
Secondo me nel futuro prima di tutto dovremo riflettere su cosa dovrebbe essere conservato in tutta questa enorme massa di fotografie che vengono scattate. Io faccio solo riflettere che noi qui nonostante abbiamo molte foto ci troviamo in un ambiente analogico, i fotografi avevano una pellicola, avevano una macchina e dovevano stare molto attenti a ciò che fotografano, quindi all'interno dell'archivio abbiamo già una serie di foto belle. Adesso ci troviamo di fronte ad una massa enorme di fotografie che ogni anno facciamo e il problema sarà proprio riuscire a tirar fuori quelle che saranno davvero foto significative, perché la cosa bella di queste fotografie è che noi davvero dopo anni possiamo rivivere quello che è stata l'atmosfera, attraversare la storia del costume e dei cambiamenti culturali che ci sono stati nei decenni e lo possiamo fare con un numero relativamente basso di foto. Quando abbiamo una massa enorme di foto informi come spesso sono quelle che produciamo oggi paradossalmente sarà più difficile lasciare ai posteri ciò che davvero è importante", conclude.
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