Oltre un milione di giovani da 146 Paesi si sono radunati a Tor Vergata, Roma, per il momento culminante del Giubileo dei Giovani, l’evento spirituale che ogni due anni raduna ragazzi e ragazze da tutto il mondo per vivere insieme un tempo di fede, comunione e riflessione. La giornata clou, quella del 3 agosto, si è aperta con la messa mattutina celebrata da Papa Leone XIV, seguita dall’Angelus.
Durante l’omelia, il Pontefice ha invitato i giovani ad “aspirare a cose grandi, alla santità”, ricordando che “non siamo fatti per una vita scontata e ferma, ma per un’esistenza che si rigenera nel dono e nell’amore”. Ha sottolineato il valore della fragilità come parte della “meraviglia che siamo”, con un’immagine poetica: “È come un prato in fiore, fatto di steli esili, che si piegano e si spezzano, ma che danno vita ad altri”.
Papa Leone ha citato Papa Francesco e la GMG di Lisbona del 2023: “Non allarmiamoci se ci troviamo inquieti e assetati. Non siamo malati, siamo vivi!”. Ha poi esortato i presenti a “non cercare surrogati inefficaci per spegnere la sete di senso, ma ad ascoltarla e farne motore di cambiamento”.
All’Angelus, il Papa ha rivolto un pensiero ai giovani di Gaza, dell’Ucraina e di tutte le terre insanguinate dalla guerra, dicendo: “Con Cristo è possibile un mondo dove i conflitti non si risolvono con le armi, ma con il dialogo”. Ha concluso ringraziando “uno ad uno” i pellegrini e ricordando le due giovani pellegrine, Maria e Pascal, morte nei giorni precedenti. Infine, ha annunciato che la prossima Giornata Mondiale della Gioventù si terrà a Seul, in Corea del Sud, nel 2027.