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L'annullamento del concerto di Gergiev a Caserta un'idiozia sconfinata, sul genocidio sionista a Gaza non si alza un'unghia - VIDEO

Siamo di fronte a uno dei più grandi direttori d’orchestra viventi e ascoltarlo dovrebbe essere una priorità. Il trattamento riservato a Israele di favore, di impunità, verrà richiesto da chiunque. E quindi noi assisteremo a nuovi genocidi

23 Luglio 2025

"L'annullamento del concerto di Gergiev alla Reggia di Caserta è stata un’idiozia senza confini. Noi così andiamo veramente a diventare l’epitome del ridicolo. Non vedo perché questo concerto debba essere sospeso. È una forma di asservimento alle logiche del politicismo più squallido. Siamo di fronte a uno dei più grandi direttori d’orchestra viventi e ascoltarlo dovrebbe essere una priorità, perché tutto ciò che si fa nell’ambito della cultura rende migliore l’umanità. Che cosa si crede di ottenere? Noi italiani con questo boicottaggio alla Russia facciamo una delle cose più idiote di tutta la nostra storia. Se c’è un popolo che ama l’Italia e gli italiani con la loro cultura, questi sono i russi. Non esiste un altro popolo al mondo che ci ami quanto loro. Noi dovremmo guardare alla Russia come si guarda a un futuro delle cose più belle possibili. I russi ci amano molto e noi ci siamo appecoronati a questa logica della Nato, che infligge sanzioni su sanzioni alla Russia mentre contro il genocidio che Israele sta perpetrando nei confronti del popolo palestinese non alza neanche un’unghia. Un domani qualsiasi tiranno o aspirante dittatore potrà commettere i peggiori criini dicendo: "Ma cosa volete voi dell’Occidente? Avete chiuso. Voi non avete più titolo per parlare. Avete fatto del diritto internazionale carne di porco. I vostri amici possono sterminare persone e perpetrare genocidi. Tutto bene. Invece i russi, guai".

"Io credo che la guerra tra Russia e Ucraina sia stata molto, molto artatamente costruita dalla Nato. Prima che scoppiasse le richieste avanzate da Vladimir Putin prima dell’invasione, cioè l’esclusione dell’Ucraina dalla Nato e l’autonomia per le regioni russofone, erano le più sensate. Ma l’Occidente lo ha trattato come un pezzente. Lui poi, ha imparato la grande lezione di Gorbaciov, che piaceva tanto agli occidentali perché carino, sorridente, educato, disponibile e pronto a fare tutto, ma l'Occidente ne ha fatto carne di porco".

Sul doppiopesismo occidentale nei confronti della Russia e di Israele: "Più di metà degli israeliani hanno votato per Netanyahu, sapendo benissimo qual era il suo obiettivo: cancellare l’identità palestinese, deportare i palestinesi da Gaza e possibilmente dalla Cisgiordania per realizzare la grande Israele. Un progetto criminale, genocidario, razzista e segregazionista".

"Io credo sia giunta l'ora di confrontarsi con questi problemi sennò l'umanità finirà nel baratro della barbarie. Il trattamento riservato a Israele di favore, di impunità, verrà richiesto da chiunque. E quindi noi assisteremo a nuovi genocidi. I sionisti hanno legittimato la pulizia etnica, il genocidio, il furto di terre, il furto di tutto. A loro è stato permesso tutto. In futuro ho paura che ne vedremo di terrificanti. Sarebbe ora che si fermasse il genocidio perpetrato dai sionisti e che si cominciasse ad andare a parlare seriamente con i russi, come peraltro ha detto non un bolscevico ma l’economista Jeffrey Sachs al Parlamento europeo, che ha detto: "Io ho conosciuto tutti i protagonisti della politica degli Stati Uniti d’America. E tutti si svegliano la mattina pensando in che modo possono fottere la Federazione Russa. E allora ecco perché Putin si comporta come si sta comportando, perché sa benissimo che lo scopo di tutto il deep State americano è quello di cancellare la Russia riducendolo pezzo a pezzo ad un piccolo Paese irrilevante. Putin è uno che la sa lunga e per capire questo basta vedere l'intervista che gli ha fatto il regista Oliver Stone".

In conclusione: "L’Europa ha un solo futuro: confederazione con la Russia. Solo così l’Europa potrà parlare a una sola voce. E sarà una voce veramente autorevole e potente”.

Di Moni Ovadia

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