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Moni Ovadia al GdI: “A Gaza genocidio con complicità occidentali, sionisti come i nazisti", le pagelle a Meloni, Tajani, Salvini, Schlein e Conte

Il Giornale d'Italia ha intervistato Moni Ovadia: "Meloni dovrebbe rischiare per una causa giusta: la storia giudicherà i crimini come ha fatto con altri genocidi, non si governa con la paura"

23 Maggio 2025

L'attore, cantante e scrittore italiano di origine bulgara Moni Ovadia è stato intervistato dal Giornale d'Italia per parlare principalmente della situazione a Gaza, dove da ormai più di un anno e mezzo è in corso un vero e proprio genocidio. 

Israele e Palestina e Gaza? Situazione di genocidio?

"A mio parere sì, è un genocidio e questo è suffragato anche dal fatto che la parola è stata usata in un breve testo ripetutamente dal massimo specialista israeliano dell'Olocausto, che è il professor Amos Goldberg, che l'ha definito alla fine il genocidio intenzionale".

Differenze tra sionismo e nazismo? 

"Ci sono differenze dovute al contesto storico, ma non differenze di senso. Perché la disumanizzazione dei palestinesi è lo stesso mindset che è stata la disumanizzazione degli ebrei, dei rom e di tutti coloro che si volevano poi assassinare o comunque espellere. Quindi non è improprio il paragone, perché ci sono anche quegli elementi tipici del fanatismo. Per esempio la razza padrona era un ipostatizzazione di un mitologema quindi ci sono molte caratteristiche comuni".

Conferenza di Berlino del 1884. Che succede lì?

"Viene sancito un principio che secondo i Paesi colonialisti esistono nel mondo delle terre nullius, terre che non appartengono a nessuno, non perché non vi sia nessuno, ma perché secondo i canoni celesti costoro non hanno caratteristiche umane vere e proprie e quindi sono solo selvaggi".

Dopo un anno e mezzo, dal 7 ottobre, l'Europa sembra essersi svegliata e la Kallas ha dichiarato di rivedere gli accordi con Israele. L'Italia però ha votato no

"Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si comporta, essendo molto scaltra, in modo tale da non doversi confrontare con i veri problemi e per una persona che viene da un'eredità in qualche modo legata al fascismo, che promulgò le leggi razziali in Italia, per lei Israele rappresenta gli ebrei tout court, mentre invece un numero crescente è un numero che c'è sempre stato. Gli ebrei della diaspora non si sono mai sentiti israeliani e mai sentiti sionisti".

Sta sbagliando la Meloni? E cosa dovrebbe fare?

"Dovrebbe avere il coraggio di rischiare per una causa giusta, perché quello che i sionisti stanno facendo al popolo palestinese è un crimine che la storia giudicherà come ha giudicato gli altri genocidi, che non è stato solo quello degli ebrei. Non dimentichiamo i Tutsi, non dimentichiamo gli armeni, non dimentichiamo quello della Namibia che fecero i colonialisti tedeschi. Non dimentichiamo neppure quello della Cambogia. Quindi dovrebbe avere il coraggio di prendere una posizione non per opportunità politiche, ma di rischiare anche di perdere consenso, ma di potere, un giorno dire, io ho fatto il mio dovere".

Tajani ha detto che non c'è nessun genocidio a Gaza.

"Credo che il professor Amos Goldberg e il sopravvissuto ad Auschwitz Stephen Kapos (lo deportarono dall'Ungheria a sette anni) e altri sopravvissuti al genocidio siano un po' più autorevoli di Tajani, con tutto il rispetto. Kapos che, sopravvissuto ad Auschwitz, gira con un cartello "Stop genocide" in casa da mesi e mesi davanti a Downing Street".

Salvini ha detto che aspettano Bibi Netanyahu qui in Italia senza problemi, nonostante il mandato di cattura della Corte penale Internazionale

"Salvini è davvero un curioso soggetto. Io credo che lui sarà nel vasto novero dei complici di genocidio. Peccato, no? Matteo Ripensaci".

Schlein?

"Che nota dolente. Elly Schlein è sicuramente una politica intelligente, informata, ma purtroppo si è comportata come una politica di centrodestra. Non si può accettare la guerra a nessun titolo, non si può sostenere l'economia liberista a nessun titolo, o diciamo un uomo di sinistra può anche essere liberale. E ancora una volta bisogna rischiare ed essere coraggiosi. E rivolgendosi anche con bonomia a molti del suo partito dire: 'Perché state qui se il vostro partito è Italia viva? Andate con loro'. Non c'è niente di male a cambiare idea. Però non bisogna fare i furbi, bisogna rischiare, perché un uomo che ci mette la faccia sulle sue idee è un uomo degno di questo nome, sennò, come diceva il mafioso, è un quaquaraquà".

Giuseppe Conte?

"Giuseppe Conte è una sorpresa nella politica italiana, per quel che mi riguarda. La sua posizione è molto difficile. Perché se c'è una possibilità di sconfiggere un governo di centrodestra è con un'alleanza seria, strutturata. Però io sono indulgente con Giuseppe Conte, perché avere a che fare col PD è una delle cose più sciagurate che ti possano capitare. Io ritengo il PD soverchiamente responsabile della condizione in cui versa l'Italia. Perché la destra è la destra è quella il suo mestiere".

Soluzione per per la Palestina. Due Stati e due popoli? Stato di Palestina Stato di Israele? Terzo Stato? 

"Chi ancora vagisce due popoli, due Stati o è un infame truffatore o davvero è bene che controlli il proprio quoziente di intelligenza. È una soluzione raggiro, fatta apposta per ingannare i palestinesi, proprio per condannarli a quello che noi vediamo con i nostri occhi. Ad essere un popolo solo, perseguitato, vessato, devastato. Non non ho termini a sufficienza per dire quello che hanno patito quelli che io considero miei fratelli palestinesi. Se ci sarà uno Stato palestinese in futuro, io chiederò la cittadinanza onoraria, se me la concederanno. E c'è una sola soluzione se la si vuole percorrere uno Stato laico per tutti gli abitanti di quella terra che siano palestinesi, ebrei, drusi, beduini. Stessi identici diritti fino al millesimo e soprattutto stessa dignità. Altrimenti, le proposte alternative, a mio parere saranno truffe che avranno un solo scopo: mettere in campo una ferocia dilatoria.

Come abbiamo visto, tutte le trattative erano solo cocktail party per la stampa internazionale, per non arrivare poi a nulla, perché la soluzione unica è unica per l'umanità perché l'umanità ci è arrivata dopo secoli, millenni di morte, distruzione. È il primo articolo della Carta Universale dei Diritti dell'Uomo, promulgata a Parigi nel dicembre 1948: tutti gli uomini nascono liberi ed eguali, pari in dignità e diritti. E se posso spingermi oltre, io auspico, non sarò più vivo perché ho quasi 80 anni, un solo passaporto sul pianeta Terra con scritto sopra "Pinco Pallino Cittadino del pianeta Terra, nato a, residente a".

Quindi Stato di Palestina o uno Stato con un nuovo nome?

"I nomi non mi interessano, i fatti mi interessano. Non si potrà chiamare Stato di Israele. Già, io non uso più quella parola, perché chi ha fatto questo ha portato l'umanità verso questa catastrofe è il sionista, così dobbiamo chiamarli, a mio parere, né ebrei né israeliani. Io come ebreo della diaspora sono radicalmente antisionista e lo sono con me un numero crescente di ebrei diasporaci in tutto il pianeta; si stanno costituendo reti e io cercherò di costituirla in Italia".

Processo di Norimberga per Netanyahu?

"Se lo vogliamo chiamare di Norimberga per me va bene. Processo per Netanyahu e sullo stesso banco tutti i complici europei. Ma soprattutto più di tutto gli statunitensi sono stati tutti complici a pienissimo titolo. E vanno processati insieme a Netanyahu. Si poteva non essere complici? Sì. Jimmy Carter non lo è stato. Infatti i sionisti gli hanno intentato causa, ma lui l'ha vinta".

Qualche nome? Quali sono i principali nomi che hanno contribuito a questo sia in Europa che in America?

"Intanto tutti i governanti che non hanno imposto a Israele di rispettare le risoluzioni dell'ONU e le Convenzioni di Ginevra, tutti coloro che hanno permesso allo Stato sionista di avere l'impunità da tutti i suoi crimini. L'impunità è una cosa di una gravità inaudita. E anche quei "buontemponi" che hanno voluto chiudere gli occhi e sono semplici cittadini non governanti, si preparino perché un giorno i loro figli li chiameranno a rispondere di aver taciuto o di avere detto fesserie su fesserie tipo due popoli, due stati, di aver vagito questa idiozia per fottere e indurre sofferenze inenarrabili a un popolo straordinario per le sue capacità di resistere, di sopportare l'insopportabile, di ricevere calunnie, calunnie sanguinose. Allora io penso che ci debba essere una resa dei conti".

C'è una regia dietro l'attentato del 7 ottobre?

"Non posso dirlo perché non lo posso provare sul piano. Io non sono un giornalista di investigazione né tanto meno sono una persona che ha titoli per farlo. Però io non posso impedirmi di pensare che ci sia lo zampino di Netanyahu e di tutta la sua ghenga di canaglie, perché nessuno può censurarmi il pensiero. Dopodiché non posso dichiararlo, scriverlo, affermarlo con certezza, perché io non ho prove. Però, qualora emergessero le prove, non mi stupirei per niente".

Chi è Moni Ovadia

Moni Ovadia è un attore, cantante e scrittore italiano di origine bulgara. È nato il 16 aprile 1946 a Plovdiv, in Bulgaria, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d'artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 ha cominciato il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi, proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico.

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