10 Giugno 2025
In un servizio di Quarta Repubblica è stato ricostruito con l'intelligenza artificiale l'omicidio di Chiara Poggi sulla base della verità giudiziaria accertata prima da una sentenza della Corte d'Appello bis e poi da una pronuncia definitiva della Cassazione nel 2015. Nel video AI, infatti, ad uccidere Chiara è Alberto Stasi.
Il filmato mostra tutte le fasi del delitto, dall'ingresso di Stasi nella villetta ai colpi in testa al "lancio" del corpo della ragazza sulle scale.
Nella mattina del 13 agosto 2007, Chiara poggi è stata uccisa nella sua villetta a Garlasco, in provincia di Pavia. L'omicidio è ancora avvolto nel mistero dopo 18 anni e, proprio di recente, gli investigatori hanno deciso di indagare Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. In molti ora pensano che Alberto Stasi possa essere innocente e che l'assassino sia più di uno.
Nel programma Quarta Repubblica è stata fatta una ricostruzione dell'omicidio, basata però sulla verità accertata nella sentenza della Corte d'Appello bis e nella pronuncia della Cassazione del 2015. "Alberto Stasi arriva con una una biciletta nera da donna a casa della sua fidanzata Chiara Poggi. Chiara ha appena finito di fare colazione ed è in pigiama seduta sul divano. Sta guardando la tv quando Alberto suona il citofono. Chiara si alza, risponde e disinserisce l'allarme. Sono le 9:12. Alberto entra in casa ed è Chiara ad aprirgli la porta e questo è il primo indizio che porterà alla colpevolezza di Stasi. Secondo la sentenza d'appello infatti, 'il visitatore mattutino era certo persona che lei ben conosceva e probabilmente aspettava, tanto da non preoccuparsi di accoglierlo in pigiama, con il letto sfatto e la televisione accesa, in una casa non ancora riordinata e con le finestre ancora chiuse'.
Dopo essersi salutati, i due iniziano subito a litigare. I motivi del litigio sono ignoti. La discussione però degenera immediatamente nel giro di alcuni secondi. Così a pochi passi dall'ingresso, accanto alla scala che porta di sopra, Chira viene colpita alle spalle e spinta a terra. Alberto ha un'arma in mano. Nella ricostruzione però non la si vede perché a distanza di 18 anni non sappiamo ancora di quale arma si tratti. Non è mai stato trovato alcun oggetto. Il collegio di periti della corte ha sempre ritenuto che l'oggetto più compatibile fosse un martello.
Dopo averla colpita Alberto si siede sul divano. Chiara è a terra tramortita. Alberto si alza e la trascina, ma forse per una reazione della ragazza la colpisce ancora al volto. Poi la prende per le braccia e la lancia giù per le scale che portano alla cantina. Nella sentenza si parla di 'lancio del corpo'. L'impatto avviene sul quarto gradino, Chiara poi scivola fino al nono e lì si ferma esanime. Tutto avviene in pochissimo tempo".
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