29 Aprile 2024
Annuncio choc di Franco Di Mare, storico volto Rai, ex inviato di guerra e direttore di Rai. "Ho un tumore incurabile, il mesotelioma, è legato alla presenza di amianto nell’aria e si prende tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto, e una volta liberata nell'aria non si deposita più per terra e la respira senza rendersene conto".
Franco di Mare è entrato in Rai nel 1991. Si è occupato di cronaca per il TG2 e della Guerra dei Balcani, oltre a coprire – come inviato – le principali zone dell'Africa e dell'America centrale. Sarebbe stato quindi quello il periodo nel quale il giornalista, conduttore televisivo e scrittore italiano, ha respirato le particelle di amianto. Una storia che ha raccontato anche nel suo libro.
Il giornalista, ospite da Fazio, ha detto: "Questo tubicino che mi corre sul viso è legato ad un respiratore automatico che mi permette di respirare in modo forzato e di essere qui a raccontare e parlare con te". L'inviato Rai ha collegato il cancro ai tanti servizi sul campo che ha effettuato soprattutto negli anni '90. Ha ricordato di aver lavorato nei Balcani "tra proiettili all’uranio impoverito” e "ogni esplosione liberava nell’aria infinite particelle di amianto. Ne bastava una. Magari l’ho incontrata proprio a Sarajevo, nel luglio del 1992, la mia prima missione. O all’ultima, nel 2000, chissà. Non potevo saperlo, ma avevo respirato la morte. Il periodo di incubazione può durare anche 30 anni. E quando si manifesta, in genere è troppo tardi", ammette Di Mare.
Ma la cosa che gli ha fatto più male è stata l'assenza dei dirigenti Rai, volti noti e non che sono letteralmente spariti dopo la malattia: "Posso capire che esistano delle ragioni di ordine sindacale, legale. Ma io chiedevo alla Rai lo stato di servizio, che è un mio diritto. "Mi fate un elenco dei posti dove sono stato? Perché così posso chiedere cosa si può fare”. Sono spariti tutti. Quello che capisco meno è l’assenza sul campo umano. Quelle persone a cui davo del tu sono sparite, si negavano al telefono, a me. Io davanti ad un atteggiamento del genere trovo solo un aggettivo: è ripugnante".
"Ho avuto una vita bellissima", ha continuato il giornalista. "Le memorie che ho sono memorie piene di vita. Non voglio fossilizzarmi attorno all’idea di morte. Mi voglio legare all’idea che c’è la vita. Quello che mi dispiace tanto è scoprirlo solo adesso. Non è ancora tardi".
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