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Garlasco, "plurimi indizi sul movente" di Sempio e "48 ore di telefonate anomale" tra lui e la Procura, le ultime novità sul delitto di Chiara Poggi

Secondo l’analisi dei tabulati telefonici, ci sarebbero state "48 ore di contatti anomali" tra Andrea Sempio e la polizia giudiziaria nel 2017, poco prima che la prima indagine su di lui relativa al delitto di Galrasco venisse archiviata

01 Dicembre 2025

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Andrea Sempio, fonte: Facebook, @Garlasco Crime

Le ultime novità sul delitto di Garlasco, avvenuto 18 anni fa, vedono ancora al centro dei riflettori Andrea Sempio, attualmente indagato per concorso nell'omicidio con terzi o con Alberto Stasi, fino ad oggi unico condannato in via definitiva per l'omicidio di Chiara Poggi. Negli ultimi giorni sono emersi nuovi dettagli su cui gli inquirenti dovranno fare chiarezza. Dopo le analisi relative al Dna trovato sulle unghie della vittima, che secondo la genetista Denise Albani sarebbe "compatibile con quello di Sempio", ora si parla anche di "contatti telefonici anomali in 48 ore" intercorsi tra lo stesso Sempio e la polizia giudiziaria nel 2017, poco prima che la prima indagine su di lui venisse archiviata. A definirli "anomali" è la Procura di Brescia.

Garlasco, "48 ore di telefonate anomale" tra Sempio e la Procura

Nell'ultimo fine settimana di gennaio del 2017 ci sarebbero state "48 ore di telefonate anomale" tra Andrea Sempio e la Procura.

Il 21 gennaio ci sarebbero stati diversi tentativi a vuoto. I tabulati riportano una sequenza serrata: nel giro di mezz'ora, il telefono fisso della Procura e il cellulare privato di Silvio Sapone (luogotenente dei carabinieri ed ex capo della squadra di polizia giudiziaria di Pavia) avrebbero chiamato ripetutamente Sempio, senza tuttavia ricevere risposta. In quell'intervallo, l'unico segnale sarebbe arrivato dal legale di Sempio, Massimo Lovati, che lo contatta due volte. Poi, un ultimo tentativo di Sapone. Quando in seguito il carabiniere viene interrogato, sostiene di "non ricordare" il motivo di quelle chiamate: una giustificazione che, per i pm, non basta a dissolvere i sospetti.

Il giorno successivo, ossia di domenica pomeriggio, le telefonate sarebbero ancora più movimentate. Tra le 17.25 e le 18.13 Sempio parla più volte con i suoi avvocati e, soprattutto, si confronta con Sapone in una telefonata di oltre cinque minuti, seguita da un altro contatto e perfino da un sms.

Secondo gli inquirenti, dietro il vortice di contatti si celerebbe una presunta dazione in denaro - tra i 20 e i 30mila euro - collegata alla rapida archiviazione della posizione del giovane. Ad insospettire i magistrati non è solo il volume dei contatti, ma soprattutto la loro tempistica: sarebbero avvenuti quando, formalmente, non vi erano avvisi da notificare né ragioni procedurali per un dialogo così diretto fra un investigatore e un indagato per omicidio.

Secondo gli inquirenti, quelle che oggi riemergono dopo otto anni potrebbero essere le tracce di una "trattativa" tra la polizia giudiziaria e l'indagato, con l'obiettivo di arrivare a una rapida archiviazione delle accuse.

"Plurimi indizi sul movente" di Sempio

Di recente si è tornati a parlare dell’impronta 33, quella del palmo lasciato sul muro sopra le scale che danno sulla taverna della villetta di Garlasco, che è stata attribuita dalla procura di Pavia ad Andrea Sempio. Secondo i consulenti nominati dai difensori di Alberto Stasi vi sarebbe del sangue, nonostante i risultati del 2007 avessero escluso la presenza di tracce ematiche e non sia più possibile fare analisi sull’intonaco. Saranno all’ordine del giorno anche la consulenza di Cristina Cattaneo, l'anatomopatologa che ha esaminato da zero i rilievi compiuti all’epoca sul corpo di Chiara Poggi, e la Blood pattern analysis del Ris di Cagliari, che analizzando gli schizzi di sangue ha permesso di ricostruire la dinamica dell’aggressione.

Al centro dei riflettori, inoltre, c'è ancora il presunto alibi di Sempio, lo scontrino di un parcheggio di Vigevano. Si parla poi del possibile movente che i magistrati pavesi sostengono di aver già ricostruito nel dettaglio basandosi su "plurimi indizi a carico di Sempio" e anche della "piena concordanza tra l’aplotipo Y rilevato nel 2007 su due unghie di Chiara Poggi, quelle contrassegnate come mdx5 e msx1, e la linea paterna del profilo biologico dell’indagato", emersa dalle analisi della genetista Denise Albani.

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