13 Febbraio 2022
Vittorio Sgarbi ha pubblicato sul suo profilo Facebook un video in cui parla della gestione avuta dal governo durante il periodo della pandemia. Il critico d'arte ha fatto leva sulle imposizioni di natura politica imposte dai vertici. In particolare si è soffermato sull'obbligo di vaccino e la discriminazione che parte del popolo italiano ha avuto nei confronti di chi ha rifiutato tale ordine.
Ecco cosa ha detto Sgarbi: "Il grande inganno, non posso negare che queste riflessioni che faccio, in coerenza con il mio pensiero di due anni ormai, e con mille polemiche ma anche tentativi non dirò mediazione, ma di valutazione questione sanitaria, della salute, della mia salute che tra l'altro è mal ferma, e quindi la necessità di curarsi ed eventualmente, o anche senza nessuna preoccupazione di fare dei vaccini; la posizione di chi ha dei sospetti, che io non voglio discutere, ma non devono essere per forza considerati dei criminali, né per questo discriminati. La discriminazione è un atteggiamento intollerabile in una società democratica, rispetto al lavoro, rispetto alle funzioni, rispetto ai teatri; e la condizione di contraddizione logica tra la questione della salute, che è un fatto personale e anche sociale, e le indicazioni politiche: le imposizioni, le regole, i ristoranti per qualche tempo dovevano chiudere alle sei, l'ho già detto mille volte, io sono andato in tutti quei ristoranti, e il tribunale ha dato ragione a chi ha contestato le imposizioni del governo, dei DPCM, Decreto del Presidente del Consiglio. Bocciati tutti, il mondo Conte. E poi non poter sciare, non poter fare il bagno da soli, non poter passeggiare in un bosco. Addirittura molti magistrati ad Aosta hanno fatto un documento per dire 'Nessuno può proibire a nessuno di camminare in un bosco', tutto proibito... coprifuoco, tutte cose di natura politica, che nulla, hanno a che fare con la salute, certo con la prudenza. Allora bisogna certamente essere prudenti. Lo dico perché la prudenza riguarda se stessi e gli altri. Non è sufficiente? Occorre quindi un'imposizione? Non credo, certamente un'imposizione irragionevole non è accettabile".
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