23 Agosto 2023
Un incendio, quello scoppiato nella notte tra martedì 22 e mercoledì 23 agosto sulle alpi cimbre, le cui conseguenze hanno colpito con un pugno allo stomaco la comunità di Lavarone. A bruciare, infatti, è stato il Drago Vaia, opera dello scultore Marco Martalar amatissima in questi territori, non solo perché importante meta turistica, ma soprattutto per il profondo significato che legava la gigantesca statua (superava i 6 metri di altezza) a queste montagne. Il legno di cui era fatta era stato raccolto nel 2018 dalle migliaia di alberi abbattuti dalla tempesta Vaia (da cui il nome del drago), uno dei più estremi eventi atmosferici mai registrati in queste vallate, ancora oggi ben fisso nella memoria collettiva.
Allo scoppiare delle fiamme, visibili a grande distanza, sono subito intervenuti i Vigili del Fuoco di Lavarone, ma ormai non c'era già più nulla da fare. Non si è trattato di un incendio boschivo poi diffusosi alla statua, ma di un rogo limitato alla sola opera. Per questa ragione gli inquirenti hanno aperto un'inchiesta: l'ipotesi più battuta parlerebbe di dolo.
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