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“IMMACULATE” (in uscita) con Sidney Sweeney: entrare in convento, rischiando di non uscirne vivi

Un mediocre nunsploitation movie che ci riporta a una certa filmografia del secolo scorso. Nelle sale italiane da domani. Voto: 5

10 Luglio 2024

Locandina di "Immaculate" di Michael Mohan

Locandina di "Immaculate" di Michael Mohan con Sidney Sweepey. Fonte: Licenze Creative Commons pics, web

Nei cinema, a partire dall’ 11 luglio, arriva il film italo-americano “Immaculate”, diretto da Michael Mohan, al suo secondo lungometraggio, interpretato, nel ruolo protagonista, nuovamente dall’attrice Sidney Sweeney, la ventiseienne che si è fatta conoscere dal grande pubblico con 2 serie televisive, “Euphoria” e “The White Lotus”.

Sidney Sweepey in uno scatto artistico. Fonte: Licenze Creative Commons pics, web

Un thriller-horror? È questo “Immaculate”? Fa paura? O fa ridere per quanto trash e, diciamolo, stile anni 80 travasato ai giorni nostri? Il vero dubbio è: perché mettere soldi in un prodotto dalla dubbia qualità? E che spreco il buon cast italo-americano utilizzato per questo film. Certo, a produrlo è stata proprio l'attrice protagonista. 

Fra i nostrani attorialmente coinvolti nel film, tutti piuttosto validi, un sempre eccellente Giorgio Colangeli e l’ormai quotata Benedetta Porcaroli, qui brava con l’acting inglese. Altro riuscito interprete italiano presente è Giampiero Judica, nel ruolo del medico corrotto dal sistema religioso-omertoso del convento aggravato dal fanatismo estremo di uno dei personaggi della storia.

Un'immagine di Benedetta Porcaroli scattata nel 2022. Fonte: Licenze Creative Commons pics, web

TRAMA

In "Immaculate", dopo un’iniziale scena horror, nella quale, in un convento italiano, a una giovane suora viene spezzata una gamba e inflitta una morte per soffocamento sotto terra da 4 “colleghe”, la novizia Suor Cecilia, appena arrivata a Roma, viene condotta nell’inquietante struttura religiosa, che cura le suore morenti nei loro ultimi giorni. Padre Sal Tedeschi l’ha invitata a prendere i suoi voti finali per aderire ai consigli evangelici e diventare una suora a tutti gli effetti. 

La devozione di Cecilia risale a un miracoloso salvataggio dalle acque gelide di un lago ghiacciato in cui la ragazza quasi annegava. Dichiarata morta per sette minuti e poi rinsavita, la giovanissima si era convinta di essere stata aiutata da Dio per un preciso scopo.

Giunta al convento, Cecilia fa amicizia con Suor Guendalina, la più sarcastica fra le presenti, che la mette costantemente in guardia, anche quando, con sorpresa generale, si scopre che la protagonista porta in grembo un figlio, pur essendo vergine: inevitabile che la mente dello spettatore vada al principio di “immacolata concezione”.  

Fra stranezze apparentemente inspiegabili, come la cicatrice a forma di croce cristiana sulla pianta del piede di una vecchia monaca, incubi che somigliano ad allucinazioni, credenze dubbie e azioni di massa discutibili, Cecilia, sempre più guardinga, si ritrova a essere trattata come la Vergine Maria con una "benedizione" in pancia. E nessuno la porta in un ospedale per mesi.

La statua rappresentativa dell'immacolata concezione. Fonte: Licenze Creative Commons pics, web

Aggredita da una suora che cerca di annegarla, inorridita dalle torture a Gwen, unica a mettere pubblicamente in dubbio il sistema interno al convento, terrorizzata dall’incubo di non essere né libera né al sicuro, Cecilia, che intanto vomita anche un dente, trova la soluzione per farsi portare fuori dalle mura di quella prigione, ma verrà scoperta. Da lì, non solo rischierà continuamente di essere fatta fuori, ma la verità più subdola verrà lentamente a galla fra le catacombe sopra le quali si erge il convento.

Il finale lo lasciamo all’immaginazione dei lettori e alla visione del film da parte dei futuri spettatori. 

RECENSIONE

Il film è terribile. Letteralmente soldi buttati, con un buon, se non ottimo, cast italo-americano inutile per questo prodotto, che ricorda i lungometraggi horror degli anni 80 - esclusi quelli di Dario Argento, che hanno fatto storia - e un mix fallimentare di regia e sceneggiatura. Il vantaggio, o aspetto meno negativo, è che questo lungometraggio alla fine, forse, fa ridere più che paura. Eppure, a presentare il film da noi è, oltre alla Adler entertainment, la nobile Lotus della Leone Film Group, fatto inspiegabile.

Immagine rappresentativa della "nunsploitation". Fonte: Licenze Creative Commons pics, web

Una curiosità. Qualcuno si sarebbe riferito a questo film con il termine “nunsploitation”, ossia il genere "cinema conventuale", detto anche "tonaca movie": in breve, si tratta per lo più di opere cinematografiche di discutibile profilo artistico, ambientate in conventi e monasteri femminili e caratterizzate da aspetti tendenzialmente sensazionali e scene erotiche che attirino pubblico; il genere in questione ha avuto grande diffusione lo scorso secolo, soprattutto negli anni settanta.

Al di là delle categorizzazioni, è impossibile promuovere “Immaculate – La prescelta”. Voto: 5.

REGISTA

Il regista è un giovane statunitense del 1986 che, con “Immaculate”, è alla sua seconda esperienza dietro alla macchina da presa nel mondo dei lungometraggi, prima essendosi fatto le ossa con la fortunata serie “Everything sucks!”, diretta con Ben York Jones e uscita su Netflix nel 2018, e, nel pieno della Pandemia, con un paio di film indipendenti.

Fra i riconoscimenti, il Daytime Emmy Award come miglior regista di una serie per bambini (“Ghostwriter”) è andato a Michael Mohan nel 2020.

USCITA NEI CINEMA

La prima mondiale di "Immaculate" è avvenuta durante il Festival musicale e cinematografico SXSW (“South by Southwest”), la cui 37° edizione si è tenuta fra l’8 e il 16 marzo u.s., come sempre, a Austin, in Texas.

Il film esce nelle nostre sale domani. 

Uno dei tanti monasteri italiani che richiama un pò quello del film. Fonte: Licenze Creative Commons pics, web

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