18 Novembre 2023
Poster del film di Maite Alberdi. Fonte: per gentile concessione dell'ufficio stampa Echo Group
"THE ETERNAL MEMORY" ("LA MEMORIA INFINITA"), il documentario
Il film di genere documentario narra la relazione del giornalista cileno Augusto Góngora con sua moglie, l'attrice Paulina Urrutia, e con una malattia terribile e di difficile gestione, anche per chi convive con la vittima, l'Alzheimer.
TRAMA
Sono 25 anni che stanno assieme, Augusto, che di professione faceva il giornalista e il commentatore televisivo, e Paulina, un'attrice, anch'essa cilena, e un'attivista, nonché il primo Ministro della Cultura in Cile quando fu creato il Ministero. Un quarto di secolo, il loro, all'insegna dell'affetto vero, che cresce, per poi venire messo pesantemente alla prova da una diagnosi medica dura da accettare. L'impegno quotidiano è, per entrambi, quello di vivere normalmente, aiutandosi a vicenda, sia con il coraggio di affrontare il proprio deperimento mentale, oltre che fisico, sia con la pazienza amorevole di supportare l'altro, anche nelle piccole azioni di ogni giorno. Dunque, la sfida è, rispettivamente, per lui e per lei. A dare forza ad Augusto e Paulina è il vero sentimento che li unisce da tantissimo tempo e che permette loro di continuare a ridere insieme, anche spesso.
RECENSIONE
Maite Alberdi, la regista oltre che produttrice di "The eternal memory", che fu candidata all'Oscar per un altro film, anch'esso di genere documentario, ha diretto due persone reali, mostrando dei pezzetti della loro stretta convivenza, talvolta lenti come la vita vera, altre volte di una semplicità commovente ed altre ancora con i quali è difficile non empatizzare.
Non c'è la ricerca di ciò che fa colpo sulla sensibilità dello spettatore, c'è la verità nuda e cruda, generalmente poco videogenica, che non ci fa certo sognare come farebbe un bel film patinato. Tuttavia, il documentario rafforza il desiderio positivo di cercare, se non la si ha già, una persona che ci stia accanto nel bello e nel cattivo "tempo" o, come declamano coloro che celebrano i matrimoni in chiesa, in salute e in malattia.
La memoria del titolo è tutto meno che eterna, ma, forse, a farla resistere alle intemperie della malattia contribuiscono i legami affettivi che potremmo definire, loro sì, eterni.
La memoria, in questo caso, non è solo quella propria dell'individuo, che sia Augusto o Paulina, ma anche quella della coppia, con lei che, tra domande bonariamente a trabocchetto e racconti ispirati al passato, cerca di allenare la capacità di ricordare di lui, riportandogli alla mente eventi, piccoli o grandi, che li hanno coinvolti entrambi o che l'uomo usava condividere con Paulina.
Augusto non è più nello stato ripreso dal film, è molto peggiorato, la malattia essendo degenerativa: non si muove più e non parla.
LA REGISTA
Maite Alberdi avrebbe dichiarato di essersi commossa in ogni momento del film mentre lo girava, per quattro anni, e di avere fatto affidamento sia su una piccola squadra creata all'uopo con il direttore della fotografia e il tecnico del suono sia sulle riprese casalinghe effettuate dalla stessa Paulina durante il Covid. Infine, la regista ha avuto accesso ad anni di filmati che Augusto e Paulina avevano girato, con loro stessi protagonisti, nei 25 anni di relazione.
La storia narrata è quella, dice la Alberdi, di un amore incondizionato, il che significa che non si arresterà per questo. Nonostante uno stato di salute compromesso come quello filmato esiga privacy, va precisato che è stato Augusto a convincere Paulina a fare questo film.
Con i suoi lavori, incluso quello nominato alla statuetta d'oro che pure si fondava sul passaggio del tempo, alla regista interessa trasmettere la normalità del cambiamento e della vecchiaia, la bellezza nella fragilità e l'inevitabilità della finitezza, della morte, poiché dice "nessuno ci ha insegnato a invecchiare e a morire".
La Alberdi spera che "The eternal memory" possa dare conforto alle persone che combattono con queste paure, ma, soprattutto, ammette: "apprezzavo e ammiravo con invidia quello che avevano, un rapporto che non ho vissuto e che non ho visto intorno a me. Un amore in cui l'importante non è quello che erano un tempo, ma quello che sono oggi".
La regista lancia un appello: "Vorrei che pensassimo a come integrare le persone che di solito sono isolate. Voglio pensare a società che integrino i pazienti e chi se ne prende cura".
Il film si è portato a casa il Gran Premio della Giuria al Sundance 2023 e verrà proiettato nelle nostre sale il 7 dicembre prossimo, distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.
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