ROMA 18° Festa del cinema. "Quando non sai la verità, scegli in cosa credere", dal film Palma d'oro
In "Anatomia di una caduta" di Justine Triet (Cannes 2023) nulla è certo fino alla fine e i fatti si discostano da verità più profonde e malate, finché Daniel, 11 anni, chiude il cerchio. Voto: 9
Una scena del film con due dei protagonisti, Sandra Hüller e Swann Arlaud. Fonte: Festa del cinema di Roma
"ANATOMIA DI UNA CADUTA", il film
Siamo in un paesino di montagna intorno a Grenoble e, in uno chalet su due piani, vive una famigliola così composta: il marito e padre Samuel, la moglie e madre Sandra e l'undicenne Daniel, il figlio della coppia, accompagnato giorno e notte da un bellissimo cane per non vedenti. Proprio il ragazzino, tornando a casa con l'inseparabile quadrupede da una passeggiata nella neve, trova il papà a terra di fronte casa: l'uomo è morto. Omicidio o incidente mortale? Nulla è come sembra e qualsiasi ricostruzione della storia parte da dati di realtà e finisce per fare acqua, perché prove effettive dell'uno o dell'altro non pare ce ne siano.
Ma torniamo all'inizio. Sandra Voyter è una scrittrice tedesca e si trova al pian terreno della sua casa con una ragazza che la sta intervistando sul suo ultimo libro e con la quale la donna, che la invita a condivere un bicchiere di vino e un pò di sè, gioca in maniera seduttiva. Samuel Maleski, invece, sta di sopra con un volume della musica davvero disturbante, tanto che l'intervista viene interrotta.
Le indagini svelano particolari inquietanti che farebbero dubitare fortemente di Sandra, la quale ricorre all'amico penalista Vincent Renzi, da sempre innamorato di lei, per difenderla in tribunale.
A un anno dal decesso di Samuel, inizia il processo e Daniel - cui viene affiancata una sorta di assistente sociale, incaricata dal giudice del caso di non permettere un'eccessiva influenza fra l'accusata e il giovane testimone - vi prende parte. Il poco più che bambino chiede di deporre e la sua deposizione risulta decisiva ai fini della sentenza. Ma qual è la verità?
LA REGISTA
La regista del film, classe '78, ha dichiarato di aver voluto raccontare lo sbaragliamento di una coppia. Infatti, proprio nel suo film, un elemento chiave è la scoperta continua che il piccolo protagonista fa, seguendo tutto il processo, dei veri rapporti fra i suoi genitori, sia da ragazzi che in tempi più recenti, incluse alcune dinamiche causate dal terribile incidente che lo rese cieco. L'altra caratteristica di "Anatomia di una caduta" è che il processo, a detta della stessa regista, analizza metodicamente il rapporto fra Samuel e Sandra. Tutto ciò scatena nel figlio una serie di riflessioni, fino a che l'assistente sociale gli dice che, laddove lui non sa e non può sapere come le cose siano andate, è bene che scelga qual è la sua verità. E il ragazzo lo fa.
RECENSIONE
Justine Triet ha vinto, anche, un altro premio per questo film arguto e fino indagatore delle relazioni di coppia, quello per Messi. Chi è Messi? Il bel border collie protagonista, nel 'ruolo' di Snoop, di alcune stupende inquadrature davanti alle quali non si può non commentare "il cane è bravissimo!". Si tratta del Palm Dog ed è davvero meritato. Insomma, in ogni aspetto del film, cast completo incluso, non c'è cosa che non sia stata perfettamente studiata, nulla è casuale e i dettagli, come nell'analisi particolareggiata della vicenda, appunto l'anatomia della caduta, fanno la differenza a livello qualitativo.
Proprio i dettagli causano un cambiamento dopo l'altro nella storia narrata e altrettanti colpi di scena fino alla soluzione giudiziale. E anche qui è evidente che un conto è come finisce il processo, un conto è come sono andati i fatti, nel senso che, in fondo, la verità assoluta forse la conosce Dio. E' interessante quanto viene detto all'undicenne, quando in lacrime chiede delle conferme e un aiuto a capire: gli viene suggerito di scegliere, scegliere a cosa credere, sceglierlo e perseguirlo, non farsi venire i dubbi una volta fatta la sua scelta.
E' un film che, a dispetto della lunga durata, tiene con il fiato trattenuto fino alla fine, perché, in fondo, nella testa dello spettatore, più convinto che mai che si tratti di omicidio, grida sempre più forte la domanda "Chi è stato?!". Come già detto, è un film di dettagli ed è elegantemente girato. Se è scabrosa una parte della vita della protagonista, certamente non lo è questa regia femminile capace di arrivare ovunque senza mai scadere e questo è fortemente lodevole.
La musica provoca quel senso di disturbo iniziale che la protagonista chiaramente avverte. Fin dapprincipio noi siamo lì con lei.
Un altro evento che lo spettatore vive, volente o nolente, è la comprensione di un livello ben diverso da quello del thriller, ossia il piano intimista; è su questo che "Anatomia di una caduta" verte, al punto che, vistolo tutto, si commenterà "il giallo non conta poi molto, il film è ben altro" ed è proprio così.
Infine, è pure un pò voyeuristico: il pubblico entra nei dettagli della relazione fra i due coniugi seguendoli, proprio come il loro piccolo Daniel fa in tribunale, ascoltando la madre, oltre all'accusa e alla difesa, al giudice e ai testimoni, e compiendo la scelta.
Gli attori, particolarmente Sandra Hüller e Swann Arlaud, oltre al piccolo Milo Machado Graner, perfettamente diretto, sono tutti molto bravi e ben scelti per i loro ruoli, compreso il convincente Antoine Reinartz nei panni del pubblico ministero.
Voto: 9.
In Francia "Anatomia di una caduta" è stato campione d’incassi: meritato! La sala del milanese Ariosto, in un pomeriggio soleggiato di una domenica non lontana, era stracolma di gente: che bel segnale! Forza Cinema!
Il film "Anatomia di una caduta", presentato come Prima italiana alla Festa del Cinema di Roma lo scorso 22 ottobre, anche per il pubblico, è uscito nelle nostre sale lo scorso 26 ottobre ed è ancora al cinema.
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