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In "Sanctuary", la figlia di Andie Macdowell è una dominatrice: dal sadomasochismo all'amore

Alla Festa del Cinema di Roma, tanti i film presentati in anteprima e non. Questo film è un gioco al massacro che parte dal sesso e arriva al sentimento

25 Ottobre 2022

Film "Sanctuary"

Fonte: Festa del Cinema di Roma

Recensione

Il tema del film è un gioco al massacro, una lotta di potere, un rapporto fra mistress e sottomesso, fra padrona e schiavo, fra dominatrice e dominato. Non c’è mai, nel film, un’intenzione morbosa a livello sessuale, ma, quasi esclusivamente, quella, che potremmo definire voyeuristica, di scoprire chi vincerà, riuscendo a colpire l’altro o l’altra nelle sue debolezze, fragilità, insicurezze irrisolte. Una sorta di happy ending è, quasi, una presa in giro bonaria dello spettatore che vede i protagonisti d’un tratto baciarsi teneramente in un ascensore e capisce che è arrivato alla fine della proiezione. Appena la protagonista toglie la parrucca bionda, con cui si presenta venti minuti prima nella stanza di chi la paga per essere maltrattato, il gioco vero ha inizio e non è quanto lui, l’uomo ricco e bisognoso di insulti, aveva messo in conto. L'uomo fa alla donna un regalo da decine di migliaia di euro; lei sembra accettare, ma poi cambia le carte in tavola e prende il comando che lui non le ha dato o non ancora e, invece di andarsene, resta. A quel punto, il rapporto sadomasochista passa dal servizio concordato fra i due, che so capisce essere stati assidui nella loro frequentazione, a un livello più stratificato e pericoloso, perché meno evidente specie per chi lo subisce. La mente corre a un’opera d'arte teatrale, scritta da David Ives e portata al cinema da Roman Polanski , nel 2013, con la moglie Emanuelle Seigner come protagonista femminile, ossia “Venere in pelliccia”, anche se non e raggiunge la bellezza stilistica. "Sanctuary" non è un film adatto a tutti, ma, va detto, è capace di rappresentare un argomento tanto scomodo senza scadere nel volgare o nel facile esibizionismo sessuale, cosa che risulterebbe se, per esempio, ci fossero delle inquadrature intime, invece non si vede mai nulla, perciò fa ancora più effetto quanto torbido e rischioso è un rapporto del genere. Regia e cast – solo due attori, potrebbe essere tranquillamente svolto a teatro – sono notevoli. La prima mondiale è stata al Toronto film festival e l’attrice è la già nominata ai Golden Globe nel 2021 (per “Maid”, miniserie Netflix) figlia di Andie MacDowell, Sarah Margaret Qualley, nata nel 1994. Voto: 8.

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