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Con il docufilm "A cooler climate", James Ivory ci trasporta in Afghanistan, in una Kabul ante-guerra

Alla Festa del Cinema di Roma, tanti i film presentati in anteprima e non. Questo film è la condivisione più intima che il grande regista e sceneggiatore fa della sua persona da quando era solo un bambino

24 Ottobre 2022

James Ivory

Fonte: Festa del Cinema di Roma

Recensione

Documentario di e con James Ivory che racconta la sua vita da quando era bambino ai suoi lavori, in particolare, in accoppiata con l’amico indiano, anch’egli regista, Ismail Merchant, con il quale, oltre alla collaborazione professionale, instaurò un rapporto sentimentale profondo, tenuto a lungo nascosto, per immaginabili motivi, data l'epoca. La loro unione lavorativa è stata una delle più longeve della storia del cinema. Il numero di film realizzati assieme fu di qualche decina, parecchi dunque, ma uno rimase non finito, chiuso nel cassetto o, come dice lo stesso Ivory in questo suo prodotto presentato alla Festa del cinema di quest’anno, “in the box”: foto e bobine di quel viaggio rimastogli nel cuore sono, dunque, restate ‘inascoltate’ per 60 anni. La Kabul del film è una città diversa da quella delle immagini drammatiche che ci arrivano dai notiziari che vediamo in tv o di cui leggiamo: ferma nel tempo, un pò rudimentale, ma pacifica. In Afghanistan, Ivory face un viaggio nel 1960 e i ricordi nostalgici di quel periodo sono, forse, la ragione del film per l'oggi novantaquattrenne americano, con all'attivo una carriera davvero notevole. fra gli altri successi, Ivory diresse, nel lontano 1985, lo straordinario cast del magnifico “Camera con vista”, ossia Daniel Day-Lewis, Judi Dench, Maggie Smith e Helena Bonham Carter, e vinse, 5 anni fa, l'Oscar alla migliore sceneggiatura non originale per “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino. Lo scorso settembre Ivory ha ricevuto il Premio alla carriera alla Festa del Cinema di Roma, per i suoi 32 film da regista. Tuttavia, in “A cooler climate”, l'artista ha messo il suo percorso professionale in secondo piano, preferendo raccontare sè e la sua umanità, in particolare le sue paure di bambino e la scoperta del vero amore, che, per lui, rispondeva alle fattezze maschili piuttosto che a quelle femminili, in un momento storico, culturale e sociale, che non ammetteva sentimenti affettivi diversi da quelli 'convenzionali', cioè famigliari, amicali ed eterosessuali. Sarà l’India a regalargli la realizzazione maggiore, come detto. Una particolarità di questo film documentarista e autobiografico è la lettura, da parte del protagonista, forse per esprimere il suo stesso sentito più profondo, di alcune pagine e di alcune parti di “Baburnama”, la prima autobiografia scritta dall’imperatore Babur, ossia dal discendente di Tameriano, che fu colui che fondò la dinastia Moghul e dominò l’India e l’Afghanistan, nel 1504. Le immagini che scorrono in "A cooler climate" trasportano lo spettatore in un gradevole ed interessante contesto, facendogli vivere un pò di quel mondo lontano per molti di noi, oggi più che mai. Voto, dato il genere di film: 7,5.

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