14 Settembre 2022
ph. Fonte LaPresse
CONCORSO UFFICIALE (Candidato)
In "The eternal girl" di Joanna Hogg, anche sceneggiatrice del film, l'ottima Tilda Swinton, classe 1960 molto ben indossata, veste i panni della protagonista e di sua madre, similissima alla prima a parte un evidente invecchiamento. Il film, che dura poco più di un'ora e mezza, in verità sembra più lungo, poiché il ritmo è lento, la storia, a tratti, statica e il coinvolgimento contenuto. Fino alla fine, lo spettatore si aspetta una soluzione alla tensione da ghost-story o un piccolo colpo di scena a scuotere gli animi, ma non accadrà nulla di tutto ciò. Tuttavia, Rosalind, parlando con l'immaginaria madre, in realtà già passata a miglior vita, parla con se stessa e scopre, scavando nel passato dei ricordi e negli strati di una memoria sepolta con la genitrice, alcuni segreti di famiglia. Lo fa in un breve viaggio: va laddove un tempo c'era la vecchia casa di famiglia trasformata, nel tempo, in un hotel con le sembianze ancora di una bellissima villa trascurata e infestata da presenze. Nell'hotel, clienti non ce ne sono quasi. La stessa receprionist abbandona la struttura ogni sera per farvi ritorno il mattino dopo. Rosalind si accompagna con una presenza fittizia, la madre, e con una reale, l'amato cane. Fra stanze vuote, finestre che sbattono e accenni di mistero, Rosalind/Tilda troverà la via della liberazione da un passato invalidante. Le memorie passate affiorano nelle stanze che un tempo radunavano la famiglia d'origine, con lo stesso potere di un carnefice o di una vittima costretti a far ritorno sul luogo del delitto per ricordare meglio. Il risultato non è eccelso, salvo la prova attoriale della Swinton, sempre impeccabile e adatta al physique du role. Voto al film: 6,5
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