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Vaccino Covid autoreplicante Kostaive, problemi di sicurezza senza precedenti, l'Italia si opponga a questa minaccia per l'umanità

Il meccanismo biologico di diffusione e possibili effetti avversi sono descritti in dettaglio in una recente ricerca pubblicata sull’International Journal of Molecular Sciences a firma di Maurizio Federico, ricercatore virologo e responsabile del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità

01 Giugno 2025

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Vaccino Covid, fonte: imagoeconomica

I nuovi “vaccini” antiCovid autoreplicanti pongono problemi di sicurezza senza precedenti: fermiamo questa minaccia per l’umanità

 

  • 31 maggio 2025 Sta per essere commercializzato in Europa Kostaive, il primo vaccino Covid autoreplicante. Ultima frontiera della vaccinologia, ha la capacità di riprodursi per un tempo indefinito non solo nel corpo di chi lo riceve, ma può trasmettersi anche ad altre persone e animali, senza barriere di specie.
  • Il meccanismo biologico di diffusione e possibili effetti avversi sono descritti in dettaglio in una recente ricerca pubblicata sull’International Journal of Molecular Sciences a firma di Maurizio Federico, ricercatore virologo e responsabile del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità.
  • Si tratta di un azzardo senza precedenti, che coinvolge tutta l’umanità. Anche nell’ottica della tanto sbandierata One Health, cioè della imprescindibile connessione tra tutti gli esseri viventi, non possiamo ignorare le implicazioni per la salute del Pianeta dell’introduzione di questo inedito prodotto farmaceutico.
  • Fino al 9 giugno l’Italia può opporsi alla decisione della Commissione Europea. Decisione che meriterebbe un serio confronto scientifico e un ampio dibattito pubblico. Vogliamo davvero contaminare il Pianeta con un ‘vaccino’ autoreplicante dagli effetti in gran parte sconosciuti?

 

La Commissione Europea, con decisione del febbraio di quest’anno, ha autorizzato a commercializzare il cosiddetto ‘vaccino’ “Kostaive – nome chimico zapomeran”, a base di RNA autoreplicante.

La tecnologia basata sull'RNA auto-amplificante (o ‘saRNA’) è l'ultima frontiera nell'uso di RNA in vaccinologia. Per somministrare questi saRNA, li si incorpora in nanoparticelle lipidiche, già di per sé dotate di tossicità e proprietà infiammatorie, e in grado di entrare ovunque nel corpo umano, proprio come già accade per veicolare gli attuali ‘vaccini’ anti COVID-19 basati sull'RNA messaggero sintetico modificato (mRNA).

Benché non sia chiaro quale sarebbe il vantaggio per la comunità nel commercializzare altri vaccini COVID-19, si può comprendere un vantaggio per i produttori: la capacità dei saRNA di auto-replicarsi nelle cellule consente di somministrare quantità minori di molecole di saRNA rispetto ai vaccini a mRNA. In tal modo, la replicazione può ottenere, secondo pubblici sostenitori, una maggior produzione della proteina di interesse (fino a 80-100 volte in più) e per tempi molto più lunghi.

Dunque le cellule, prima di essere uccise dalla risposta anticorpale dell’organismo, cercano di liberarsi di questo eccesso diRNA che non può uscire dalla cellula, a differenza di quanto accadrebbe con i virus. Così lo impacchettano in vescicole, che espellono nello spazio extracellulare (come sacchettini di spazzatura). Da lì le vescicole raggiungono il sangue che le trasporta ovunque, per entrare in altre cellule e riprendere il ciclo di replicazione. Tutto ciò, oltre a poter esacerbare gli eventi avversi già ampiamente descritti per i “vaccini” a mRNA, e oltre ad aumentare il numero di cellule attaccate e uccise dalla risposta immunitaria anti-Spike, pone problemi di sicurezza senza precedenti, ad oggi studiati in misura del tutto inadeguata.

Infatti, come sintetizzato in una recente pubblicazione del Dr. Maurizio Federico, dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità italiano e autore per la corrispondenza cui rivolgersi per approfondimenti, molti autori hanno dimostrato che le vescicole extracellulari circolanti possono migrare facilmente nei polmoni, dove si moltiplicano in misura più efficiente rispetto agli stessi virus da cui il meccanismo è stato mutuato, e quindi i polmoni le possono esalare. Pertanto, oltre ai fluidi corporei (saliva, sudore, ecc.), le esalazioni polmonari possono trasmettere vescicole che incorporano saRNA, con teorica possibilità di trasmissione interumana. Con l’aggravante che tali vescicole non riconoscono barriere di specie, e potrebbero dunque entrare anche in cellule animali, innescando potenziali trasmissioni da esseri umani ad animali e viceversa. Il risultato finale sarebbe di coinvolgere anche individui che non hanno voluto le vaccinazioni COVID-19, e i moltissimi che non intenderebbero più ricevere ulteriori inoculi, inclusi i soggetti sani in età pediatrica e le donne incinte.

In attesa di studi ben più approfonditi, il principio di precauzione richiederebbe dunque un’immediata moratoria della commercializzazione in Europa di questi cosiddetti ‘vaccini’, che negli anni potrebbero diventare un ulteriore grave problema di trasmissione non solo in Europa, ma anche nel mondo.

Infatti una decisione così gravida di possibili conseguenze universali non andrebbe assunta senza

un approfondito confronto scientifico in contraddittorio, e un ampio dibattito democratico nei paesi che ne sarebbero coinvolti.


La Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi):

  • Dott. Maurizio Federico, PhD in Biologia e Direttore f.f. del Centro Nazionale per la Salute Globale presso
       l'Istituto Superiore di Sanità (ISS)
  • Dott. Alberto Donzelli, esperto in Sanità Pubblica, specialista in Igiene e Med. Preventiva, già membro CSS
  • Prof. Marco Cosentino, docente di Farmacologia e Tossicologia, PhD
  • Dott. Patrizia Gentilini, specialista in Oncologia ed Ematologia
  • Prof. Eduardo Missoni, docente di Salute Globale, Sviluppo e Gest. Org. Internaz., specialista Med. Tropicale
  • Dott. Panagis Polykretis, PhD in Biologia Strutturale
  • Dott. Sandro Sanvenero, medico Odontoiatra
  • Dott. Eugenio Serravalle, specialista in Pediatria

con le adesioni di:

  • Dott. Paolo Bellavite, specialista in Ematologia Clinica e di Laboratorio e ricercatore indipendente
  • Prof. Mariano Bizzarri, Dip. Med. Sperimentale, Direttore Systems Biology Laboratory Un. La Sapienza, PhD
  • Prof. Giovanni Frajese, docente di Endocrinologia e Malattie Dismetaboliche
  • Dott. Dario Giacomini, specialista in radiologia, Presidente ContiamoCi! e sindacato Di.Co.Si.
  • Prof. Stefano Petti, PhD. Top 2% scienziati mondiali (classifica Università di Stanford)
  • Dott. Laura Teodori, già Dirigente di Ricerca, già Prof. a contratto Rischio Biologico.

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