26 Maggio 2025
Uno studio del dottor Maurizio Federico, Direttore del Centro Nazionale per la Salute Globale dell'Istituto Superiore di Sanità, mostra come i vaccini Covid a tecnologia mRNA autoreplicante potrebbero causare "rilevanti problemi di sicurezza". Lo studio, intitolato "Il potenziale della diffusione dell'RNA autoreplicante mediata dalle vescicole extracellulari e un modo per mitigarlo", porta mette in luce come l'mRNA potrebbe diffondersi in maniera "non necessaria e indesiderata" in tutto il corpo, causando problemi di salute. Nello studio viene però proposto un modo per controllare questa "eccessiva propagazione intercellulare", attraverso l'uso di una specifica proteina.
"La tecnologia basata sull'RNA auto-amplificante (saRNA) rappresenta l'ultima frontiera nell'utilizzo dell'RNA sintetico in vaccinologia", esordisce il professor Federico nel suo studio. "Data la loro capacità di auto-amplificarsi all'interno della cellula, è possibile raggiungere livelli intracellulari ottimali dell'antigene immunogenico somministrando quantità inferiori di molecole di saRNA rispetto ai vaccini a mRNA. Tuttavia, l'eccessivo accumulo intracellulare di saRNA può rappresentare un inconveniente rilevante poiché, come già descritto nelle cellule infettate da alfavirus, la cellula ricevente può reagire incorporando un eccesso di molecole di RNA nelle vescicole extracellulari (EV)". Il dottor Federico mette in guardia sui possibili effetti non desiderati di questa tecnologia: "Questi EV possono rilasciarsi ed entrare in cellule vicine e distanti, dove il saRNA associato all'EV può iniziare un nuovo ciclo replicativo. Questo meccanismo potrebbe portare a una diffusione indesiderata e non necessaria di saRNA in tutto il corpo, ponendo rilevanti problemi di sicurezza".
Nello studio viene dunque proposto "un modo semplice per controllare la possibile eccessiva propagazione intercellulare di saRNA attraverso la co-espressione di una proteina ancorata all'EV che inibisce la replicazione del saRNA". "Sulla base delle attuali conoscenze", conclude lo scienziato, "un miglioramento della sicurezza dei vaccini a base di saRNA sembra essere obbligatorio per il loro utilizzo in soggetti sani".
Replicon, anche conosciuto come ARCT-154 o sa-mRNA (Self Amplifyng mRNA), è una nuova iniezione di RNA auto replicante, capace di creare incessantemente copia di sé stesso (ovvero di proteina Spike e trascritto genetico), allo scopo di indurre conseguentemente nell’organismo la produzione di anticorpi contro le infezioni da Covid-19. I replicons (così vengono chiamati i nuovi vaccini basati su tale tecnologia) codificano il proprio meccanismo di replicazione per produrre perennemente copie di proteina Spike, direttamente dopo la somministrazione nelle cellule bersaglio, utilizzando particelle di Virus Respiratori Sinciziali (VRS) o veicoli non virali come liposomi o nanoparticelle lipidiche o solide, il che riduce drasticamente la quantità iniziale di mRNA richiesta. È stato sviluppato uno spettro diversificato di replicons, per diverse applicazioni come vaccini multivalenti e terapeutici contro il cancro. I replicons indurrebbero potenti risposte umorali e cellulari con effetti avversi al momento sconosciuti. A destare preoccupazione dunque sarebbero quest’ultimi, oltre alla resistenza ambientale dei virus utilizzati come vettori di trasmissione, in quanto potrebbero causare nuove epidemie letali trasmesse da una specie all'altra.
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