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Vaccino Covid, militare cieco post inoculazione, Commissione Medica Militare: “Nesso tra trombosi dei seni cavernosi e Comirnaty di Pfizer”

É stato riconosciuto il nesso causale tra vaccino covid e la trombosi cerebrale dei seni cavernosi che ha reso cieco un giovane militare di carriera

26 Dicembre 2025

Vaccino Covid, militare cieco post inoculazione, Commissione Medica Militare: “Nesso tra trombosi dei seni cavernosi e Comirnaty di Pfizer”

Fonte: imagoeconomica

La Commissione Medica Militare di Bari ha stabilito che la somministrazione del Comirnaty di Pfizer ha avuto un ruolo determinante nella trombosi cerebrale dei seni cavernosi che ha reso cieco un giovane militare di carriera. Una decisione che riporta al centro dell’attenzione il tema degli effetti avversi del vaccino Covid, che in rari casi segnalati includono eventi trombotici, miocarditi e pericarditi, disturbi neurologici, reazioni immunitarie gravi e complicanze oculari.

Vaccino Covid, militare cieco post inoculazione, Commissione Medica Militare: “Comirnaty di Pfizer causa trombosi dei seni cavernosi”

La notizia di oggi riguarda il riconoscimento ufficiale, da parte della Commissione Medica Militare di Bari, del nesso di causa tra la vaccinazione anti-Covid e un gravissimo danno neurologico. Secondo il parere medico-legale, la somministrazione del Comirnaty di Pfizer ha contribuito in modo "quantomeno concausale preponderante" alla trombosi dei seni cavernosi, patologia che ha portato alla cecità totale di un giovane militare di professione.

A seguito dell’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale anti-Covid, un militare di carriera, allora 24enne e senza alcuna storia clinica significativa - "non aveva mai fatto un solo giorno di malattia", ha affermato un suo collega - si sottopone alla vaccinazione prevista per legge. Il vaccino somministrato è il Comirnaty di Pfizer. Dopo la prima dose, il giovane accusa un problema neurologico. L’ospedale al quale si rivolge attribuisce però le vertigini a una artrosi cervicale, escludendo un collegamento con la vaccinazione. Per rispettare il calendario imposto dalle autorità sanitarie, il militare si reca quindi all’hub vaccinale per la seconda dose, ancora una volta Comirnaty, che si rivelerà quasi fatale. Poche ore dopo l’inoculazione, compaiono vertigini intense, sudorazione anomala, nausea e gravi difficoltà visive. Il ricovero è immediato, con una diagnosi severa: "trombosi venosa cerebrale a livello del seno sigmoideo e vena giugulare interna destra, con positività degli anticorpi anti PF4, complicata da ipertensione endocranica e neuropatia ottica bilaterale secondaria a papilledema".

Dalla sopravvivenza alla cecità

Le cure ospedaliere riescono a salvargli la vita, ma il danno è irreversibile. Il giovane perde completamente la vista e non può più rientrare in servizio. Viene riformato perché non idoneo e si rivolge all’INPS per il riconoscimento dell’invalidità. La commissione gli attribuisce inizialmente solo una invalidità del 75%. Gravemente danneggiato da un vaccino obbligatorio per la professione svolta, l’ex militare è costretto a intraprendere un lungo percorso giudiziario. Assistito dall’avvocato Gianluca Ottaviano del foro di Foggia, presenta denuncia di effetto avverso al Servizio di Farmacovigilanza, impugna il verbale INPS e deposita istanza di indennizzo ai sensi della legge 210/1992. Il Tribunale competente, dopo la nomina di un CTU, riconosce non solo l’invalidità al 100%, ma anche il suo stato di particolare bisogno: cieco e con gravi problemi di equilibrio, non è più in grado di compiere autonomamente gli atti della vita quotidiana. Gli viene quindi riconosciuto anche il diritto all’indennità di accompagnamento.

Il parere della Commissione Medica Militare

Dal 2022, anno di presentazione della domanda, la ASL territorialmente competente ha ricevuto il rapporto conclusivo della Commissione Medica Militare solo pochi giorni fa. Dopo circa tre anni e mezzo, arriva il riconoscimento formale del nesso causale tra vaccinazione anti-Covid e il danno subito. Nel documento si legge che "risulta idoneamente documentato che la somministrazione vaccinale abbia avuto un ruolo, quantomeno concausale preponderante, nel determinismo dell’infermità", soddisfacendo i criteri medico-legali del "più probabile che non" e della "probabilità prevalente".

La battaglia per il risarcimento

Nonostante ulteriori episodi trombotici, una sindrome depressiva e l’ipertensione endocranica trattata con derivazione cranio-peritoneale, il giovane non si arrende. La sua vita è profondamente compromessa: oltre alla cecità, è costretto a letto per gran parte del tempo a causa dei gravi problemi di equilibrio. Con il suo legale, valuta ora di tornare davanti al giudice per ottenere il giusto risarcimento del danno, che possa affiancarsi all’indennizzo già riconosciuto. Una battaglia emblematica che riaccende il dibattito sugli effetti avversi del vaccino Covid e sulla tutela di chi ha subito conseguenze gravi nell’adempimento di un obbligo di legge.

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