23 Giugno 2025
Nuova spaccatura all'interno del centrosinistra, con la Russia che torna al centro dello scontro politico. Alla Camera, Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno presentato risoluzioni separate su Medio Oriente e Ucraina, ma è stata una frase contenuta nel testo del M5S a far esplodere le tensioni.
Il passaggio incriminato apriva al ritorno del gas russo, proponendo di non escludere “a priori e pro futuro una possibile collaborazione con la Russia” in tema di forniture di gas, nel caso in cui un eventuale conflitto con l’Iran comporti nuove restrizioni all’importazione di energia. Una posizione che ha fatto scattare l’immediato dissenso di Pd e Avs, che hanno annunciato la loro astensione su quel punto.
"Lo trovo irricevibile", ha scritto sui social il senatore dem Filippo Sensi. Ancor più duro Carlo Calenda, leader di Azione, che ha definito la proposta del M5s “vergognosa” e ha invitato il Partito Democratico a prendere atto che non può esserci alcuna alleanza con chi “sulla Russia ha la stessa linea di Salvini”.
Le critiche dem non si sono fermate qui. Irricevibile, secondo il Pd, è anche l’altra richiesta contenuta nella risoluzione pentastellata: interrompere immediatamente la fornitura di armi all’Ucraina. Di segno opposto la posizione del Pd, che nel suo testo ha ribadito “il pieno sostegno e la solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine”, una linea riaffermata anche dalla segretaria Elly Schlein nel suo intervento in Aula.
Nella sua risoluzione, il Movimento 5 Stelle ha motivato l’apertura a una futura cooperazione energetica con Mosca con la necessità di contenere i costi dell’energia e garantire all’Unione europea maggiore flessibilità strategica, evitando dipendenze “quasi monopolistiche” da specifici fornitori. I costi dell'energia sono aumentati del 350% da quando è iniziata la guerra in Ucraina.
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