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Quirinale, giuramento del Mattarella bis: standing ovation a Montecitorio

Sergio Mattarella ha prestato giuramento a Montecitorio. Tra i temi toccati nel suo discorso la ricostruzione post pandemia e il dialogo tra governo e Parlamento

03 Febbraio 2022

Quirinale, tutto pronto per il giuramento del Mattarella bis: Parlamento riunito a Montecitorio

Fonte: lapresse.it

Giuramento dai toni concilianti e propositivi quello del presidente Sergio Mattarella, rieletto per il bis al Quirinale lo scorso 29 gennaio. Come previsto dal cerimoniale, il capo dello Stato è giunto alla Camera accompagnato da Roberto Fico ed Elisabetta Casellati. Qui ha giurato accompagnato dai 21 colpi a salve del cannone del Gianicolo e dalle campane di Montecitorio, per poi tenere il proprio discorso programmatico alla presenza dei grandi elettori che hanno partecipato alle elezioni della scorsa settimana. Un'orazione durata circa 40 minuti e che è stata interrotta da ben 55 applausi con un ovazione finale di tre minuti.

Quirinale, il giuramento del Mattarella bis

"Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la costituzione", con queste parole è iniziata la cerimonia di giuramento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'ingresso di Mattarella a Montecitorio è stato accompagnato da una vera e propria ovazione da parte dei grandi elettori riuniti nell'Aula. Il discorso del capo dello Stato è iniziato parlando della sua recente rielezione: "Il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno fatto la loro scelta. È per me una nuova chiamata - inattesa - alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi. Ritorno di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l'unità della Repubblica".

Per il neo rieletto presidente, le attese dei cittadini italiani "sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà. Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni travagliati della scorsa settimana. Sono stati giorni travagliati per tutti, anche per me".

Il pensiero di Mattarella viene poi rivolto "a tutte le italiane e a tutti gli italiani: di ogni età, di ogni Regione, di ogni condizione sociale, di ogni orientamento politico. E, in particolare, a quelli più in sofferenza, che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte concrete al loro disagio". Successivamente il focus del discorso del capo dello Stato si è spostato sulla ricostruzione del Paese nel post pandemia: "Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l'Italia del dopo emergenza. È ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte l'Italia, ben oltre le difficoltà del momento. Un'Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano. Una Repubblica - ha aggiunto - capace di riannodare il patto costituzionale tra gli italiani e le loro istituzioni libere e democratiche".

"Non comprimere i tempi del Parlamento"

Altro punto cruciale del discorso programmatico è quello sulle tempistiche del dibattito politico e parlamentare: "Quel che appare necessario, nell'indispensabile dialogo collaborativo tra governo e Parlamento, è che - particolarmente sugli atti fondamentali di governo del Paese - il Parlamento sia sempre posto in condizione di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati. La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi. Appare anche necessario un ricorso ordinato alle diverse fonti normative, rispettoso dei limiti posti dalla Costituzione". Nel passaggio in cui Mattarella ha evidenziato la necessità per il Parlamento di esaminare gli atti del governo tutta l'Aula è stata segnata da una standing ovation unanime.

"Valorizzare il ruolo della Magistratura"

"È indispensabile  - ha poi proseguito il capo dello stato - che le riforme annunciate per la giustizia giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all'Ordine giudiziario. Occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore".

"Doveroso ascoltare la voce degli studenti"

Passaggio fondante anche quello sull'istruzione e sul sostegno a una scuola "che sappia accogliere e trasmettere preparazione e cultura, come complesso dei valori e dei principi che fondano le ragioni del nostro stare insieme, volta ad assicurare parità di condizioni e di opportunità. E poi: "È doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni".

Proprio su questo tema, il presidente della Repubblica non ha potuto fare a meno di ricordare il giovane Lorenzo Parrelli, morto durante un progetto di alternanza scuola-lavoro: "L sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro. Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario dovere della nostra società". Secondo Mattarella infatti, dignità vuol dire "azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi".

"Dignità è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell'educazione, dell'esempio", ha poi aggiunto il presidente della Repubblica. Alla fine del discorso, l'intera aula del Parlamento ha tributato a Mattarella una nuova ovazione.

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