24 Novembre 2025
Unicredit ha selezionato 70 tra le più rilevanti famiglie imprenditoriali italiane per entrare nel capitale di Domixtar Pharmaceutical (Dmx) con una quota di partecipazione notevole. L’investimento sarebbe stato effettuato a fianco del fondo Azzurra Capital di Stefano Marsaglia e di The Club Dealers, veicolo promosso da Enrico Ricotta e Carlo Mammola.
Domixtar Pharmaceutical (Dmx) conta circa 900 dipendenti impiegati in quattro stabilimenti e 100 clienti (fra cui i grandi gruppi farmaceutici che esternalizzano la produzione del principio attivo). L’azienda è stata valutata 240 milioni, con multiplo di 8,5 volte l’ebitda. Il piano industriale prevede di superare in cinque anni in maniera prudenziale i 200 milioni di fatturato, con il 22% di ebitda.
I banker italiani del wealth&large corporate di Unicredit avviano la settima operazione di coinvestimento, dopo quella già conclusa di Florence, di Autry, Chanteclair, Ima, le macchine diagnostiche di Rad-x e le trivelle di Casagrande. Coinvolti i cosiddetti Uhnwi (ultra-high-net-worth individuals), nonchè clienti con un portafoglio oltre 100 milioni di euro. Secondo quanto dichiarato da Gennaro Del Sorbo, responsabile del team uhnw strategic development (struttura trasversale a diretto riporto del capo della divisione wealth e large corporate di Unicredit, Massimiliano Mastalia): "A spingere l’interesse degli investitori è stato il track record dei promotori e del management, oltre alla resilienza del settore pharma – aciclico, stabile e regolato con elevate barriere all’ingresso – e alle sue prospettive con un tasso medio di crescita annua del 5% fino al 2030, guidato da mega-trend secolari come l’invecchiamento della popolazione nei Paesi sviluppati e il crescente accesso a cure mediche in Paesi in via di sviluppo".
Secondo Mastalia, l’attrattiva di Dmx deriva anche dalla crescente tendenza all’outsourcing nella filiera farmaceutica e dalla prossima scadenza di farmaci protetti da brevetto. Come sottolinea, si tratta di "un’ulteriore opportunità di diversificazione del portafoglio offerta ai nostri clienti". L’operazione ha messo a sistema le due anime della divisione, combinando le competenze dei banker corporate, che seguono i diversi settori industriali, con quelle degli advisor dedicati al wealth management, tutti supportati dagli specialisti delle fabbriche prodotto globali di Unicredit.
L’obiettivo del gruppo è sviluppare nuovi servizi capaci di incrementare i ricavi commissionali. Sempre rivolgendosi ai clienti definiti ultra-ricchi, quest’estate è stata lanciata una cartolarizzazione personalizzata rivolta ai family office italiani interessati a investire in finanziamenti strutturati. Questa soluzione è stata offerta principalmente alle grandi strutture tramite sindacazione diretta, evitando la tecnica tradizionale della cartolarizzazione. In pratica, dopo aver completato l’istruttoria, la banca condivide con il wealth manager del cliente UHNWI la documentazione del prestito, normalmente destinata ad altri istituti creditori.
Attraverso la formula dei club deal, la banca, che punta a replicare questa piattaforma sinergica della divisione di Mastalia anche nei principali mercati esteri di Unicredit, come Germania e Europa Centro-Orientale, ha promosso negli ultimi mesi co-investimenti anche nel settore immobiliare. Per i clienti UHNWI, già abituati a investire autonomamente in real estate, il team guidato da Del Sorbo ha alzato l’asticella, proponendo asset iconici superiori ai 200 milioni, in grado di generare ritorni a doppia cifra.
Al via il primo deal da 90 milioni su uno degli immobili più iconici di Roma, in collaborazione con uno dei principali operatori internazionali, con oltre 80 miliardi di attivi immobiliari e una solida presenza in Italia. L’edificio appartiene alla stessa famiglia da oltre un secolo e l’operazione prevede rendimenti IRR compresi tra il 10 e il 15%.
Per Del Sorbo "Si tratta di un’operazione di grande interesse per le famiglie UHNWI, tradizionalmente attive nel real estate ma con esposizioni dirette ancora limitate in immobili core plus, tipicamente riservati ai portafogli dei grandi asset manager internazionali. Abbiamo scelto un deal che rispecchia i criteri di eccellenza alla base della nostra piattaforma".
Collegando la rete corporate, dove nasce l’origine dei deal, ai servizi wealth, la divisione ha dato vita a Quantico, una club deal company fondata da Antonio Da Ros che opera in esclusiva con Unicredit. Quantico funge da ponte tra l’apertura del capitale delle PMI con piani di consolidamento e l’offerta di investimenti alternativi dedicata alle famiglie. Dopo il lancio a febbraio, Quantico sta completando il fundraising, con oltre 500 milioni di euro raccolti da 100 famiglie, che possono partecipare anche ai comitati di investimento. Il team guidato da Da Ros ha visto numerosi ingressi di banker, l’ultimo dei quali Michele Bertola proveniente da Bregal, e sta valutando più di trenta operazioni. Il primo deal è previsto nel primo trimestre del 2026.
Mastalia ha spiegato "Queste operazioni nascono anche grazie alla rete di Unicredit. Conosciamo le esigenze degli imprenditori e proponiamo soluzioni su misura" e ancora "Combiniamo il dna di Quantico, volto al consolidamento delle imprese target, con quello della banca, basato sulla capillarità e sulla conoscenza del territorio e del tessuto produttivo".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia