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COP30 di Belém, $1,3 trilioni per la finanza climatica e l’alleanza di 82 Paesi anti-fossili, la delegazione italiana interviene

Cinque ambasciatori italiani partecipano alla COP30 di Belém in un contesto segnato da oltre 300 miliardi di dollari di danni economici e più di 15 milioni di morti legati alla crisi climatica globale

21 Novembre 2025

COP30 di Belém, $1,3 trilioni per la finanza climatica e l’alleanza di 82 Paesi anti-fossili, la delegazione italiana interviene

La COP30 di Belém, nel cuore dell’Amazzonia, si conferma un appuntamento destinato a ridefinire gli equilibri della diplomazia climatica globale. Alla conferenza ha partecipato una delegazione composta da cinque Ambasciatori italiani, che hanno portato la voce del Patto Europeo per il Clima all’interno del più significativo vertice internazionale dedicato alla crisi climatica.

L’edizione 2025 sta segnando una svolta geopolitica significativa: il Brasile ha presentato una roadmap per l’uscita globale dai combustibili fossili, sostenuta da 82 Paesi, isolando i tradizionali alleati del settore fossile. In Europa, Italia e Polonia risultano gli unici Paesi a non aver aderito, mentre i BRICS stanno emergendo come nuovi attori di leadership nella transizione giusta.

Al centro del dibattito vi è inoltre l’impegno a raggiungere 1,3 trilioni di dollari l’anno destinati alla finanza climatica, una cifra che, come osservato dall’ambasciatore Andrea Rosso, ricercatore sul cambiamento climatico presso LINKS Foundation, "pur apparendo enorme, rappresenta solo l’8% dei fondi mobilitati durante la pandemia di COVID-19". Rosso ha evidenziato che i cambiamenti climatici costituiscono una forma di violenza per la società, comportando danni economici già superiori a 300 miliardi di dollari e oltre 15 milioni di morti a livello globale, richiedendo dunque un’azione determinata e immediata.

Alla COP30 emerge con forza la connessione tra giustizia climatica, sociale e ambientale, elementi essenziali per una transizione equa. L’ambasciatrice Sara Segantin, giornalista e cofondatrice di Fridays For Future Italia, ha evidenziato il ruolo dei movimenti popolari e delle comunità indigene, protagoniste a Belém nel rivendicare il riconoscimento della propria cosmovisione e nella richiesta di maggiore tutela territoriale. Le loro mobilitazioni, unite alla pressione di migliaia di attivisti radunati fuori dalla blue zone, hanno spinto il governo brasiliano ad annunciare la creazione di nuovi territori demarcati a favore delle popolazioni indigene.

Accanto a Rosso e Segantin, la delegazione italiana comprende Alice Casiraghi, Climate Reality Leader del progetto di Al Gore; Roberta Bonacossa, Co-founder di Change For Planet e rappresentante della Global Shapers Community del WEF; e Nadia Paleari, membro YOUNGO (UNFCCC) e speaker UNCTAD Youth. A coordinare i rapporti con i media è l’Ufficio Stampa rappresentato da Maria Scopece.

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